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Sabato, 20 Aprile 2024
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Raddoppio ferrovia per Roma, il Comune di Manoppello invia al ministero il proprio parere negativo al progetto

Il parere negativo al progetto di raddoppio del tracciato della ferrovia Roma-Pescara è stato inviato al ministero della Transizione Ecologica – Direzione Via

Il Comune di Manoppello invia al ministero della Transizione Ecologica-Direzione Via il proprio parere negativo al progetto di raddoppio del tracciato della ferrovia Roma-Pescara.
E lo fa con quasi 80 pagine attraverso le quali smontare, punto su punto, il progetto di raddoppio della ferrovia Roma-Pescara che prevede la realizzazione della nuova infrastruttura in affiancamento al binario esistente e, dunque, nel bel mezzo dell’abitato dello Scalo, con conseguenze gravissime in termini ambientali, sociali e di vivibilità del tessuto urbano all’interno dell’area più popolosa del comune di Manoppello.

«Con motivazioni puntuali», si legge in una nota dell'amministrazione comunale, «peraltro già espresse in sede di dibattito pubblico, e parallelamente alle altre iniziative intraprese fino a oggi, l’amministrazione comunale ha trasmesso stamane, sabato 12 marzo, al comitato Via due specifici dossier (per ciascun lotto) in cui sono state avanzate tutte le ragioni negative sulla fattibilità del progetto presentato da Rfi-Italferr.

«L’Amministrazione, grazie al lavoro attento e minuzioso della commissione consiliare Rfi, del team di tecnici, del comitato Comferr e di tutti coloro che in questi mesi hanno dato il proprio contributo, ha trasmesso oggi al ministero della Transizione Ecologica-Direzione Via le proprie osservazioni e ribadito», dice il sindaco Giorgio De Luca, «il proprio parere negativo a un progetto che respingiamo al mittente nella sua interezza. Un’ipotesi quella di Rfi che abbiamo contestato sin dal primo momento per le assurde e gravi conseguenze che il raddoppio ferroviario arrecherebbe al cuore dello Scalo, dividendo di fatto la città in due parti, con conseguenti problemi di viabilità urbana, impossibilità di transito dei mezzi pubblici, impatto acustico e visivo, con barriere di altezza superiore a 5 metri fra le case, demolizioni e distruzioni varie. La ferrovia è nata per unire non per dividere, fu pensata per costruire nuove economie e nuovi realtà territoriali non per distruggere la vita di una comunità, senza alcun beneficio. Ci stiamo battendo perché il territorio ed i cittadini di Manoppello siano salvaguardati. La comunità unita continuerà a chiedere a gran voce che il raddoppio sia previsto in zona Interporto, secondo le indicazioni racchiuse in quello studio progettuale che abbiamo chiamato variante progetto cittadino».

Poi dal Comune fanno sapere che le osservazioni inviate al comitato Via e contestualmente pubblicate sul sito istituzionale del Comune di Manoppello smontano in ogni aspetto il progetto di raddoppio in affiancamento alla ferrovia esistente. L’amministrazione di Manoppello, richiamandosi a quanto già detto dal consiglio superiore dei lavori al ministero dei Trasporti, denuncia l’insostenibilità ambientale dell’opera, l’evidente danno significativo a fronte di un quantomeno discutibile ed indimostrato beneficio sul territorio, la compromissione dell’assetto viario (con addirittura l’impedimento all’accesso di mezzi pubblici per una parte rilevante del territorio), la violazione di vincoli urbanistici e paesistici ed in ultimo il depotenziamento dell’Interporto rispetto alle ingenti risorse già spese per la sua realizzazione.
Così conclude il primo cittadino: «Aspettiamo il prossimo incontro di dibattito pubblico nel corso del quale sarà presentato il nuovo studio di fattibilità che Rfi-Italfer sta redigendo a partire dalle indicazioni recepite con la proposta di progetto “Ipotesi Variante dei Cittadini” che stiamo caldeggiando da tempo. A nostro avviso quello sarà un punto di ripartenza per ragionare, in coerenza con le esigenze del territorio, su questa importante opera pubblica attesa da decenni e che, per Manoppello, non può che prevedere una variante di tracciato all’Interporto. Continuiamo a ribadire che questa è l’unica soluzione possibile e che per la definizione della stessa continueremo a batterci».

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