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Sabato, 20 Aprile 2024
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Operatori sanitari e personale di mense e pulizie in appalto degli ospedali pubblici scendono in piazza per protestare contro la Regione

La manifestazione di protesta è programmata per lunedì 26 ottobre alle ore 10 in piazza Alessandrini a Pescara di fronte alla sede dell'assessorato regionale alla Sanità

Scendono nuovamente in piazza gli operatori sanitari e il personale di mense e pulizie assunti dalle cooperative e aziende in appalto che lavorano negli ospedali pubblici. 
La manifestazione di protesta è programmata per lunedì 26 ottobre alle ore 10 in piazza Alessandrini a Pescara di fronte alla sede dell'assessorato regionale alla Sanità.

"Basta appalti! Senza diritti non possiamo comnbattere il Covid" il grido d'allarme che lanciano questi lavoratori.

"Ormai non è più una novità", si legge in una nota del sindacato Usb (Unione sindacale di base) "l'emergenza Covid-19 ha messo in evidenza la necessità di potenziare il sistema sanitario nel nostro Paese e nella nostra Regione. Da anni chiediamo la reinternalizzazione nel pubblico dei servizi sanitari in appalto ai privati. Da mesi siamo in attesa della convocazione al tavolo tecnico proposto dall'assessore regionale alla Salute Nicoletta Verì, ma a oggi, dopo continui rinvii, della volontà di risolvere la questione sembrerebbe non essere rimasta alcuna traccia. Gli operatori sanitari e il personale di mense e pulizie assunti dalle cooperative e aziende in appalto, e che svolgono le loro mansioni negli ospedali pubblici, sono di fatto lavoratori di Serie B. Pur lavorando fianco a fianco con i colleghi Asl, non hanno le stesse tutele, gli stipendi sono a ridosso della soglia di povertà e sono costretti a subire un'organizzazione lenta e macchinosa. Da mesi sono ferme sia le chiamate per l’avviso pubblico relativo alle assunzioni di Oss (operatore socio sanitario) per l’emergenza sanitaria, sia le procedure per il concorso Oss mirato a soddisfare il fabbisogno degli ospedali abruzzesi. I lavoratori della sanità per mesi invece sono stati chiamati eroi, quando era necessario sostenerli attraverso i fatti, attraverso l'utilizzo di risorse presenti ma non utilizzate che avrebbero dovuto valorizzare il lavoro di tutto il personale della sanità e tutelare i cittadini in un momento storico estremamente difficile da affrontare a causa della Pandemia".

foto di repertorio

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