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Pronto soccorso, Carrozzine determinate: “Ore di attesa insostenibili per i disabili, costretti alle visite private"

Il presidente dell'associazione Claudio Ferrante annuncia l'adesione alla protesta della Cgil contro la privatizzazione del servizio e denuncia i disagi vissuti dai fragili per cui non è previsto alcun percorso alternativo

I disagi che si vivono nel pronto soccorso di Pescara sono noti, ma a viverli in modo drammatico sono soprattutto i disabili costretti ad ore e ore di attesa che spesso non sono in grado di affrontare perché con gravi patologie o perché affetti da patologie psichiatriche che li portano a dare in escandescenze.

A denunciarlo annunciando l'adesione alla protesta organizzata dalla Cgil e prevista per lunedì 14 novembre davanti al cup dell'ospedale, è il presidente dell'associazione Carrozzine determinate Claudio Ferrante che si scaglia contro quella che definisce, così come il sindacato, la privatizzazione del pronto soccorso dove come è noto, è stato esternalizzato il serivzio per i codici meno gravi.

Ad essere grave è però la situazione che vivono i fragili e i disabili in particolare tanto che, fa sapere Ferrante, sono tanti quelli che alla fine alla visita in ospedale rinunciano. “Le liste di attesa interminabili costringono di fatto le persone con disabilità a ricorrere a medici privati, spesso pur in mancanza di possibilità economiche sufficienti, non considerando che la disabilità è una delle prime cause di impoverimento al mondo – dichiara -. Da tempo l’associazione Carrozzine determinate aveva richiesto che venisse creata una stanza multisensoriale per accogliere i pazienti con gravi disabilità che hanno necessità di cure o ricoveri urgenti, collegata ad un ambulatorio multidisciplinare per garantire ai pazienti con patologie intellettive o con autismo, la possibilità di ottenere diagnosi e terapie in un ambiente protetto. Percorsi preferenziali spazi accoglienti, uso di display luminosi alternativi alla chiamata vocale per le persone sorde, percorsi di ascolto del cargiver per comprendere i sintomi delle persone con disabilità non verbali. Questi tutti i requisiti di un vero pronto soccorso”.

“Le persone con disabilità sono invece costrette a sopportare attese impossibili da reggere fisicamente, nessuna accoglienza specializzata, nessun accesso strutturato o protocolli diagnostici specifici per persone non collaboranti – conclude il Ferrante -. Il servizio sanitario pubblico deve essere efficiente e di qualità e soprattutto deve essere e rimanere un servizio pubblico”. 

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