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Si torna in aula per Rigopiano a 6 anni dalla tragedia, i familiari delle vittime: "Sarà una giornata carica di sentimenti contrastanti"

I familiari delle 29 vittime della tragedia dell'hotel Rigopiano di Farindola esprimono i loro sentimenti alla vigilia del ritorno in aula

Domani, mercoledì 18 gennaio, si tornerà in aula nel tribunale di Pescara per le nuove udienze riguardanti il processo sulla tragedia dell'hotel Rigopiano.
Proprio nel giorno dell'anniversario della valanga che nel 2017 uccise 29 persone. Furono 11 i superstiti.

Una data non casuale, quindi, ma evocativa a ricordo delle persone scomparse.

E a breve potrebbe esserci una sentenza. Domani, in particolare, si terrà la prima delle udienze riservate alle arringhe difensive. A febbraio invece ci saranno ulteriori tre udienze per le repliche. Il 17 febbraio dovrebbe arrivare la decisione del giudice per l'udienza preliminare, Gianluca Sarandrea. Ma questi sono i giorni del dolore per i famigliari delle vittime che il 18 alle 12, subito dopo l'udienza, andranno a Rigopiano, sul luogo della tragedia per commemorare i propri cari. Il processo coinvolge 29 persone e una società; si tratta di appartenenti a varie istituzioni: Regione, Provincia, Comune di Farindola, prefettura, che saranno giudicati con il rito abbreviato, dovranno rispondere delle accuse, a vario titolo, di disastro colposo, omicidio e lesioni plurime colpose, falso, depistaggio, abusi edilizi. L'accusa, rappresentata dal procuratore capo Giuseppe Bellelli, e dai pubblici ministeri Andrea Papalia e Anna Benigni, nel corso della requisitoria ha chiesto 26 condanne e quattro assoluzioni.

Alla vigilia dell'anniversario e del ritorno in aula i familiari delle vittime hanno espresso i loro sentimenti: «Questa volta, proprio nel giorno del sesto anniversario della strage di Rigopiano, inizieranno le arringhe difensive degli avvocati degli imputati. Per tutti noi familiari sarà una giornata carica di sentimenti contrastanti, tutti concentrati in poche ore: apprensione per l'attesa dell'udienza; rabbia per le parole che inevitabilmente dovremo sentire in aula, finalizzate a discolpare i responsabili, coloro che non hanno fatto niente per evitare la morte di 29 persone abbandonate lassù; speranza, che vengano confermati i 151 anni richiesti dal pubblico ministero. Poi, nel pomeriggio, lasceremo spazio all'amore, motore delle nostre battaglie da 6 lunghi anni; al ricordo dei nostri cari morti ingiustamente per l'incuria, l'incapacità e il menefreghismo di chi aveva il compito di tutelarli e che avrebbe potuto e dovuto salvarli; al dolore per i tanti anni che avevano ancora davanti i nostri angeli; alla commozione nel ricordare tutto il percorso di quei giorni tragici tra angoscia e speranza, per poi ritrovarci a questa condanna all'ergastolo del dolore, fine pena mai. Non sarà facile riordinare tali emozioni e dare il giusto spazio a tutte loro, ma siamo determinati ad andare avanti, fino alla fine, nella convinzione che lo stare tutti insieme allevi la sofferenza e ci renda più forti. Appuntamento alle ore 15 a Rigopiano».

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