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Processione senza i simboli della Passione, Valentinetti: "La vera pace comincia dal nostro cuore"

L'arcivescovo ha spiegato come quest'anno si sia scelto di sfilare volutamente senza i simboli della Passione di Cristo e con un corteo mesto, in segno di solidarietà verso il popolo dell'Ucraina alle prese con la guerra

Ad aprire la processione, stasera, è stato l'arcivescovo della diocesi di Pescara-Penne, Tommaso Valentinetti, che ha spiegato come quest'anno si sia scelto di sfilare volutamente senza i simboli della Passione di Cristo e con un corteo mesto, in segno di solidarietà verso il popolo dell'Ucraina alle prese con la guerra: "Abbiamo vissuto questa processione - ha detto - anche in comunione con i fratelli ucraini che sono ospiti in mezzo a noi, che vivevano già tra di noi e che maggiormente ora sono uniti a noi per trovare accoglienza, per trovare pace. Ma quei simboli della Passione che stanno entrando prepotentemente nelle nostre case sono i simboli di una passione mai estinta sulla faccia della terra, perché dove c'è una guerra si ripetono le stesse scene. E, camminando, don Tonino Bello ci ha ricordato un pellegrinaggio di pace fatto a Sarajevo: nel cuore dell'Europa era già successo. E il grande timore che hanno alcuni superstiti della Shoah è che ciò possa succedere ancora. Ed è una triste verità".

Poi l'arcivescovo ha ammonito: "L'uomo che vuole risolvere i problemi con la violenza e con la guerra non ha futuro. Certo, hanno vinto sempre coloro che avevano armi più potenti, e i potenti sembra che stiano facendo a gara per armarsi sempre di più, ma noi crediamo in un'altra verità e abbiamo nel cuore un'altra speranza. I ragazzi, che questa sera affollavano questa processione, prendano in mano le sorti dell'umanità. I giovani scrivano pagine nuove, si fidino della speranza del loro cuore per costruire un mondo di pace".

Infine Valentinetti ha auspicato: "La resurrezione che a Pasqua celebreremo sia speranza di una vita nuova, speranza per l'Ucraina, speranza per i tanti popoli dove ci sono guerre dimenticate e nascoste, speranze che possano albergare sempre nel nostro cuore. Con una coscienza: che la pace dipende prima di tutto da noi. Sono contento che stasera la città di Pescara abbia risposto coralmente a questo appello di pellegrinaggio e di pace, perché la pace la costruiamo noi, la non violenza la costruiamo noi, e non i potenti della guerra che, spesso, non la vogliono. La vera pace comincia dal nostro cuore".

Processione venerdì santo a Pescara 2022

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