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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Un mercato mutato e le conseguenze della morosità: sì, per le famiglie è sempre più complicato trovare una casa in affitto

Diverse le difficoltà che mamme e papà hanno raccontato al nostro giornale e a confermarle è il responsabile Unioncasa Pescara Rino Castellitto che spiega perché è diventato così complicato per chi ha dei bambini trovare una sistemazione

Sì per nuclei familiari con bambini o con persone anziane a carico trovare casa è diventato difficilissimo e a Pescara è diventato ancor più complicato perché l'affitto breve ha preso sempre più piede. A confermarlo a IlPescara è il responsabile di Unioncasa Pescara Rino Castellitto che abbiamo deciso di contattare dopo aver raccolto diverse storie che sembravano avere dell'incredibile, ma che tali evidentemente non sono.

I racconti di mamme e papà che faticano a trovare casa

Già due mamme ci avevano raccontato le loro storie spiegando come la presenza di bambini piccoli e l'assenza di contratti a tempo indeterminato renda praticamente impossibile trovare casa. L'ultima segnalazione ci è arrivata da un papà, un libro professionista con moglie e due bambini che casa la sta cercando da sei mesi a Pescara e dintorni, ci spiega. Un affitto tra i 500 e i 600 euro, ma anche lui lamenta come nella maggior parte degli annunci si chieda il contratto a tempo indeterminato sottolineando come ci sia chi la chiede per entrambi i coniugi. Non solo. Si sarebbe anche sentito rispondere cose come “siamo spiacenti, ma il proprietario per i liberi professionisti richiede un reddito annuo superiore a 20mila euro”. Caustico il suo commento: “se avessi un reddito più alto di tale cifra potrei fare direttamente un mutuo e in ogni caso un reddito simile credo sia più che sufficiente per pagare un affitto di massimo 600 euro”.

Storie comuni dunque e molto diffuse. Se come diceva Agatha Christie che di gialli a dir poco se ne intendeva “un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova”, tre storie dovrebbero dirci che la realtà è questa: avere una famiglia e non avere un lavoro “stabile” è un grosso problema per chi cerca casa in affitto

“Le difficoltà oggettivamente ci sono” spiega Castellitto e le ragioni da cui derivano sono molteplici. Se da una parte c'è ormai poca fiducia e per ragioni specifiche, dall'altra è proprio il mercato ad essere completamente mutato con Pescara che ha “l'aggravante” di aver visto sempre più affermarsi l'affitto breve con le abitazioni occupate per parte dell'anno da studenti e per l'altra parte dai turisti. Una questione quella del mercato che ha un peso predominante, ma che non sminuisce le altre problematiche che si trovano praticamente ovunque.

La difficoltà di sfrattare le famiglie morose ha spezzato il rapporto di fiducia tra chi locatario e affittuario

Partiamo proprio da queste ultime e cioè da quelle difficoltà che le due mamme e il papà che ci hanno raccontato le loro storie hanno segnalato. Sì, sono pochi quelli che oggi scelgono di affittare le loro case alle famiglie con bambini piccoli e con contratti non stabili e questo perché “la normativa è a favore dei conduttori. Quando ci si trova a minori – spiega il responsabile Unioncasa – anche i giudici hanno la tendenza a posticipare lo sfratto. È molto più semplice che si ottenga invece celermente una sentenza a favore quando a non lasciarla l'abitazione è un single. È certamente anche una questione di umanità, ma chiaramente per chi è proprietario questo è un grosso problema”. Problema che può protasi anche per anni e che porta alla ovvia conseguenza che, una volta vinta la battaglia, l'idea di affittare di nuovo ad una famiglia venga archiviata.

Fa un po' specie sentire che sì, anche l'idea che i bambini possano fare dei danni all'abitazione influisce nel decidere se affittare o meno a chi ne ha, sebbene questo non sia l'elemento che pesa di più su quel “no” a chi però di una casa ha bisogno.

Una soluzione in teoria ci sarebbe per ovviare almeno alla questione economica spiega Castellitto: la polizza fideiussoria. “Una soluzione a costi contenuti – sottolinea – che garantisce il canone di locazione anche questo non viene corrisposto e che comunque potrebbe ovviare al problema del contratto a tempo indeterminato che oggi, va detto, non sono particolarmente diffusi”. Dovrebbe dunque essere chi affitta a chiedere di sottoscriverla. “Una soluzione – aggiunge – che tranquillizza dal punto di vista economico, ma che comunque non risolve il problema dell'eventuale sfratto perché in quel caso il problema resta”.

Se da una parte ci sono famiglie pronte a dare garanzie che si vedono comunque sbattere le porte in faccia, dall'altra ci sono dunque i proprietari che spesso anche per esperienze estenuanti temono di ritrovarsi in un vortice da cui uscire è difficile e dunque preferiscono evitare di dar loro la propria casa.

Il mercato "familiare" è al capolinea: la società cambia e cambia anche chi una casa la cerca

Per alcuni locatari il discorso è anche di convenienza economica. A fronte di possibili problemi come quello delle difficoltà di sfrattare i morosi subentra la possibilità di massimizzare il proprio profitto: è una questione di mercato. Non c'è quindi solo il timore a non spingere ad affittare alle famiglie, ma anche lo scenario. Uno scenario che ci racconta di una società decisamente cambiata.

“Prima le locazioni – spiega Castellitto – erano al 99 per cento per le famiglie. Erano loro ad assorbirlo. Oggi le richieste al 60 per cento arrivano da single, da coppie o da persone separate ed è ovvio che è a loro che si preferisce affittare”. Dunque anche il numero delle case da poter dare alle famiglie sono molte meno: è anche una questione di possibilità. I vecchi contratti 3x2 o 4x4, tanto per citare una delle formule classiche, praticamente non esiste più soprattutto nelle città turistiche e Pescara ne è proprio un esempio.

Infatti, ci dice ancora il referente Unioncasa che tale lo è anche per Chieti, nella città costiera “c'è un aggravante, definiamola così. La tendenza è quella degli affitti sempre più brevi, magari di sei otto mesi o al massimo di un anno. Ad esempio molti affittano agli studenti da ottobre a maggio e poi affittano in estate a prezzi più elevati e poco importa se la casa resta vuota un paio di mesi, il rientro economico è comunque maggiore e viste le problematiche che si possono verificare, e molte ce ne sono e ce ne sono state, si preferisce questa soluzione che è anche economicamente vantaggiosa”.

Una cosa questa che si verifica meno a Chieti dove ancora i vecchi contratti ci sono e dove dunque per una famiglia trovare casa potrebbe essere più semplice così come in altri comuni della provincia di Pescara, magari quelli più collinari. Anche in quel caso bisogna però ricordare che se è vero che non c'è il problema dell'affitto breve, resta quello della scarsa fiducia nell'affittare alle famiglie per il timore di vedersi non pagare l'affitto e non riprendersi in tempi brevi l'abitazione.

Insomma un cane che si morde la coda con ragioni che sono dall'una e dall'altra parte. Eh sì perché chi ha dei figli o un anziano di cui prendersi cura come tutti ad una casa a diritto.  Chi quella casa l'affitto ha il diritto di vedersi pagare il canone di locazione e di riavere indietro l'appartamento quando ve ne è necessità. 

Bene dunque conferma anche Castellitto, che alcuni comuni (vedi Montesilvano e Città Sant'Angelo) stanno avviando le procedure per attuare canoni concordati con i privati che mettono a disposizione abitazioni vuote proprio per tentare di arginare il problema dell'emergenza abitativa che riguarda sì i fragili, ma a quanto pare anche le famiglie con figli minori.

Per il resto ci si dovrebbe forse fidare di più, una polizza fideiussoria potrebbe essere una prova del nove, ma certo è che il quadro che  emerge è quello di una società sempre meno solidale (da ambo le parti) e sempre più diffidente. In questo scenario forse proprio il ruolo delle istituzioni perché una fiducia si ricostruisca diventa quanto mai fondamentale.

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