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La presidente Tiboni sull'anniversario della nascita di Ennio Flaiano: "Il suo pensiero sulla guerra è drammaticamente attuale"

La presidente interviene in occaisone dell'anniversario della nascita di Flaiano, il 5 marzo 1910

La presidente della fondazione Premi Flaiano Carla Tiboni commenta l'anniversario della nascita del noto intellettuale, avvenuta il 5 marzo 1910. Quest'anno, spiega la presidente, il ricordo di Flaiano è legato all'atto unico "La guerra spiegata ai poveri" che in questo particolare momento storico, è drammaticamente attuale.

Il 10 maggio 1946 Flaiano presentò la sua prima opera teatrale al teatro Arlecchino di Roma (oggi è il teatro Flaiano) davanti ad un pubblico di soli amici, attori ed intellettuali, tra i quali c'erano i giovanissimi Vittorio Gassman e Anna Maestri. Prima che la rappresentazione iniziasse, Flaiano si rivole ai presenti e disse che quel lavoro voleva richiamare l'attenzione degli autori in generale, non del pubblico, e promise che si sarebbe rinunciato alla satira soltanto quando tutti gli altri avrebbero rinunciato alla retorica. Quella che troppo alimenta la guerra.

"Questo straordinario atto unico, esamina la guerra attraverso alcune figure simboliche: un presidente, un generale, un perito religioso, una signora, un ministro, un ambasciatore del nemico ed un giovane che non vuole combattere. In uno Stato sconosciuto e in una guerra iniziata in un luogo imprecisato, il presidente sosterrà che la guerra, il contrario della pace, deve essere fatta e portata avanti proprio perchè guerra, e quindi, garanzia dell'esistenza della pace stessa."

Il sogno di potere passa, nell'opera, da un personaggio all'altro così come la logica economica della produzione industriale legata al confrlitto. La Tivoni ha concluso:

"Non importa quanto duri la guerra: Il nostro nemico combatte per la nostra libertà. Noi invece combatteremo per la libertà del nostro nemico, quando avremo fatto prigioniero il suo esercito e occupato il suo territorio, il nemico potrà godere delle libertà che noi godiamo da secoli. Per Flaiano la genesi della guerra è umanamente stolta, ma gli interessi sono nelle mani si pochi, che si arrogano il diritto di decidere il diritto di chi diventa carne da cannone, i poveri appunto."

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