Commozione in piazza Unione nella cerimonia per il ricordo dell'omicidio del magistrato Alessandrini [FOTO]
In occasione del 43esimo anniversario dell'attentato terroristico che costò la vita ad Emilio Alessandrini, la sua figura è stata ricordata davanti al monumento che si trova in piazza Unione
Una cerimonia intensa e carica di emozione ha ricordato oggi 29 gennaio il 43esimo anniversario dell'attentato terroristico che costò la vita al magistrato Emilio Alessandrini. In piazza Unione, davanti al monumento che ricorda proprio le vittime del terrorismo, si sono ritrovati il vice sindaco Gianni Santilli in rappresentanza del sindaco Carlo Masci, il presidente del Consiglio comunale Marcello Antonelli, il prefetto Giancarlo Di Vincenzo, il presidente del tribunale Angelo Maria Bozza, il procuratore della Repubblica Giuseppe Bellelli, le autorità civili, militari e religiose, delle associazioni patriottiche, combattentistiche e d’arma.
Presente anche il figlio Marco, ex sindaco di Pescara, che il giudice quel giorno aveva appena accompagnato a scuola quando un commando di Prima Linea lo avvicinò per mettere a segno l'omicidio.
L’ex primo cittadino, accompagnato dalla madre e vedova Paola, ha voluto sottolineare che sul fenomeno e sui protagonisti del terrorismo non si deve cadere nella tentazione di giustificare atti di violenza efferati da parte di chi aveva scelto di sottrarsi a ogni confronto democratico e civile; l’indulgenza verso quell’esperienza è una distorsione della storia e della realtà. Il dolore della sua famiglia compita nel più profondo degli affetti è diventato un dolore che accomuna chi ha a cuore la libertà e la democrazia.
Dopo l'esecuzione dell'inno di Mameli e del "silenzio", è stata deposta dalle autorità una corona d'alloro ai piedi del monumento con la benedizione di monsignor Francesco Santuccione. Il vicesindaco Gianni Santilli ha aggiunto:
"Commemorare Emilio Alessandrini non è solo ricordare ciò che ha fatto, ma soprattutto è alimentare ciò che ci ha trasmesso come eredità morale di impegno civile per una società più giusta e più democratica. Anche grazie al suo sacrificio, lo Stato sarebbe uscito vincitore dalla sfida sanguinosa degli anni di piombo. La nuova stagione di libertà la dobbiamo a Emilio Alessandrini e a uomini come lui"