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Feniello smentisce: "Non ho attivato alcuna petizione o raccolta fondi per me"

Il padre di Stefano, una delle 29 vittime della tragedia di Rigopiano, non vuole assolutamente denaro, e chiede "a chiunque venisse in mente di fare qualcosa per me e in mio nome di comunicarmelo"

Si dissocia da una petizione in suo favore Alessio Feniello, padre di Stefano, una delle 29 vittime della tragedia di Rigopiano. In un'intervista all'Adnkronos, l'uomo parla della sanzione da oltre 4500 euro che gli è stata comminata per essere entrato in un'area sottoposta a sequestro, anche se lui voleva soltanto portare dei fiori al figlio.

"In molti si sono offerti di pagarmela", dice, "con il mio avvocato abbiamo presentato ricorso in tribunale, non darò quei soldi: piuttosto, come ho già detto, mi faccio il carcere. Ancora una volta ringrazio chi ha preso a cuore la mia vicenda ma il rischio di speculazioni e malintesi è troppo alto".

FENIELLO: "NON HO ATTIVATO ALCUNA PETIZIONE" - "Ho visto che su Facebook gira una petizione per raccolta firme affinché la mia multa venga annullata, con la possibilità di fare una donazione", avverte in un post sul suo profilo personale, aggiungendo di "non aver mai dato autorizzazioni a chicchessia".

Feniello, insomma, non vuole assolutamente denaro, e chiede "a chiunque venisse in mente di fare qualcosa per me e in mio nome di comunicarmelo".

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