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La parrocchia dei Santi Angeli Custodi conclude l'anno giubilare

Si chiude un anno dal 50° di apertura al culto. Parla don Max: "Qui non c’è solo il problema della “presenza del male” ma anche, e soprattutto, della “assenza del bene”, e questo ha reso sempre più, in questi ultimi decenni, invivibile il nostro territorio"

Sabato 6 ottobre 2018 si è aperto l’Anno Giubilare, che si concluderà mercoledì 2 ottobre 2019, alle ore 18, con la Celebrazione Eucaristica presieduta da monsignor Tommaso Valentinetti, nostro Arcivescovo Metropolita, e con un momento di festa conviviale.

Il 6 ottobre 1968 l’allora Vescovo di Penne-Pescara, monsignor Antonio Iannucci, apriva al culto la chiesa parrocchiale dei Santi Angeli Custodi per offrire un’aula celebrativa a un quartiere ancora in forte espansione, affidando tutto alla cura pastorale di don Giuseppe Scarpone.

Ecco cosa dichiara l'attuale parroco don Max, al secolo Massimiliano De Luca:

"In questi 50 anni le caratteristiche della nostra periferia sono totalmente cambiate: alla povertà economica e alla miseria culturale si sono sommate criminalità organizzata e grave degrado sociale. Nel quartiere Rancitelli, dove ora svolgo il ministero parrocchiale, non esistono solo i classici problemi delle periferie delle grandi e medie città: spaccio della droga, occupazione abusiva degli alloggi sfitti o subaffitto delle case popolari, usura, estorsioni, ludopatia e dilagante povertà… non c’è solo il problema della “presenza del male” ma anche, e soprattutto, della “assenza del bene”, e questo ha reso sempre più, in questi ultimi decenni, invivibile il nostro territorio, determinando il crollo del numero degli abitanti, da 10mila a 4mila".

Poi don Max aggiunge:

"Oggi stiamo pagando le conseguenze della macroscopica aberrazione compiuta dalle classi dirigenti che si sono succedute nel corso dei decenni: ghettizzare la povertà, rendendola incubatrice di malavita, creando macro-aree e mega-condominii di abitazioni popolari, che sono diventate, con il trascorrere degli anni, vere fortezze della criminalità organizzata. A questo paesaggio si è poi aggiunta la pessima gestione dell’immigrazione. In assenza di una seria politica di integrazione dello straniero, si è pensato bene di trasferire ingenti quantità di immigrati nei palazzoni della nostra periferia. Al disagio delle periferie è stato dunque affiancato il disagio di chi fugge da condizioni ancor più invivibili".

In questa realtà la comunità parrocchiale di Rancitelli, in obbedienza all’invito di Papa Francesco, va verso la periferia, “non tanto quella geografica – spiega don Max – ma soprattutto quella esistenziale, dell’ignoranza e dell’assenza di valori. Abbiamo bisogno della presenza fattiva delle istituzioni e della cittadinanza: invito tutti a concludere insieme alla nostra comunità questo Anno di grazia”.

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