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Il Conalpa al sindaco sul parco nell'area di risulta: "Non è un luogo ostile, ma un bene per l'ecosistema e la sicurezza dei cittadini"

Il presidente della sezione abruzzese Alberto Colazilli torna a parlare del progetto dell'amministrazione criticando Masci e ribadendo l'importanza di realizzare il parco centrale citando studi che dimostrerebbero come il verde sia un bene anche per diminuire la criminalità

Tra associazioni e ambientaliste non sembra esserci spazio per il dialogo e a riportare al centro dello scontro il parco centrale che dovrà sorgere nell'area di risulta è il Conalpa Abruzzo (Coordinamento nazionale alberi e paesaggio) con il presidente Alberto Colazilli.

Una risposta alla sua al sindaco Carlo Masci che “recentemente – afferma – ha dichiarato che il bosco pensato dalle associazioni per l’area di risulta è qualcosa di ostile, che spacca in due la città, che diventerebbe presto un luogo respingente, potenzialmente pericoloso, difficile da attraversare e da frequentare. In realtà molte ricerche scientifiche in tal senso parlano dei grandi benefici psicofisici che un bosco cittadino può creare sulla comunità”, afferma sottolineando che “il bosco è vita ed è un baluardo importante per migliorare non solo il contesto urbano, ma anche la stessa qualità della vita dei cittadini".

Rendering del parco centrale dell'area di risulta -progetto Conalpa

Come noto al centro del dibattito c'è la questione della realizzazione nell'area di risulta della sede unica della Regione che per l'amministrazione non andrà ad inficiare sul verde, ma che per molte amministrazioni si tradurrà nell'esatto contrario tanto che sulla realizzazione dell'edificio la sezione di Pescara di Italia Nostra ha presentato ricorso al Tar (Tribunale amministrativo regionale). L'occasione quindi per il Conalpa per ribadire perché si dovrebbe puntare principalmente sul verde e di farlo citando, ad esempio, la ricerca congiunta svolta tra le università di Edimburgo, la North Carolina State university e la Clemson university “che si è concentrata sulla correlazione diretta tra fenomeni criminali e danneggiamento del patrimonio. In particolare, l’analisi ha interessato 301 città degli Stati Uniti con popolazione superiore a 100 mila abitanti, indagando sulla relazione tra il rischio di criminalità e verde pubblico, prendendo come altro fattore il reddito medio delle famiglie e la condizione sociale. In ben 298 città analizzate, il verde è associato a un minor rischio di criminalità violenta, mentre in tutte le città campione è stato riscontrato il legame tra spazio verde e minor rischio di danneggiamento contro la proprietà pubblica – fa sapere Colazilli -. Lo stesso studio ha riscontrato che la principale causa di criminalità violenta è lo svantaggio sociale. Ciò dimostra che non è tanto il verde cittadino a creare problemi sociali ma il contesto ambientale in cui i cittadini vivono.”

“Possiamo confermare che un maggior numero di parchi, di alberi, di aree verdi in genere, non può che migliorare l’aspetto e la qualità ambientale di un territorio, generando una certa influenza su questioni sociali importanti, quali l’assistenza sanitaria, l’istruzione, la criminalità e la sicurezza e benefici economici, come dichiarato anche dal professor. Ferrini, ordinario di arboricoltura presso l’università di Firenze, in un suo articolo su verde urbano e criminalità. Altri ricercatori – continua il presidente Conalpa - sono arrivati alla conclusione che un aumento del 10 per cento della copertura arborea può contribuire a una diminuzione del 12 per cento dei reati.”

“Il riutilizzo di aree urbane dismesse e in degrado diventa un investimento positivo per la città, come nel caso del parco centrale dell’area di risulta a Pescara – chiosa quindi entrando nel merito della questione di Pescara -. Evitando ulteriore cementificazione e realizzando un bosco cittadino si produce anche un incremento potenziale dei servizi ecosistemici oltre che la fornitura di nuovi habitat, nuovi spazi aggregativi sociali, di svago e di miglioramento della qualità della vita. ”

“Raffrescamento del tessuto urbano con temperature anche di 10 gradi in meno in estate rispetto a aree cementificate, minore inquinamento, accesso alla natura e ai suoi benefici, miglior salute e benessere, controllo delle precipitazioni, minor erosione del suolo, sono solo alcuni dei benefici che un grande bosco in città potrebbe produrre. Quindi – prosegue - tornando al bosco minaccioso, popolato da chissà quali creature pericolose, così tanto esaltato dal sindaco Masci, si tratta solo di leggende metropolitane e di paure ingiustificate che non hanno alcun fondamento scientifico. Ogni grande parco cittadino va seguito con una gestione strategica che comprende pianificzione, progettazione, realizzazione e gestione. Non diamo la colpa sempre alle aree verdi e agli alberi – conclude -, è il contesto sociale che va migliorato insieme alla riqualificazione di aree degradate che, indirettamente, possono portare a un miglioramento psicofisico della salute dei cittadini, abbassando così i livelli di criminalità.”

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