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Accertata la morte fisiologica: il pino monumentale di via Pantini divorato dall'incendio sarà abbattuto

Firmata l'ordinanza con cui si dà seguito a quanto determinato dalle ultime analisi condotte sul grande albero danneggiato in modo "irreversibile" era già emerso subito dopo l'incendio del primo agosto 2021, hanno confermato l'impossibilità di salvarlo: il rischio caduta e la nuova strada che passerà lì accanto hanno portato alla decisione

Pochi giorni dopo il terribile incendio che ha letteralmente mandato in fumo 12 ettari della riserva dannunziana, la sua diagnosi era stata spietata: compromissione irreversibile. A quasi due anni da quel giorno che resta una ferita aperta per la città, è stata accertata la “morte fisiologica” del pino monumentale di via Pantini che, come da ordinanza sindacale pubblicata sull'albo pretorio del Comune, sarà ora abbattuto.

Un esemplare di oltre cento anni su cui, si legge nella stessa ordinanza e nella relazione allegata, gli accertamenti sono stati costanti al fine di capire se qualcosa potesse essere fatto, ma di speranze, si evince dai documenti, ce n'erano davvero poco.

Quello stato di “compromissione irreversibile” era emerso a seguito delle prime analisi strumentali condotto il 12 agosto dall'esperto incaricato dall'amministrazione di eseguire le indagini. A fronte di una prima analisi si era comunque deciso, in accordo con il servizio foreste e parchi della Regione, il comando provinciale dei carabinieri forestali, la soprintendenza archeologica belle arti e paesaggio, di mettere in atto tutti gli interventi di messa in sicurezza e di effettuare nuovamente i controlli di vitalità in un momento successivo. La decisione di lasciarlo fu anche presa per consentire che l'albero potesse continuare a svolgere un ruolo unico che i pini sono in grado di svolgere: quello di continuare a seminare il terreno grazie alle loro pigne.

Nuovi controlli sono stati fatti e in quelli condotti nel mese di febbraio se ne è definitamente accertata la morte oltre che la pericolosità. Proprio questa, anche in ragione dell'imminente apertura della nuova viabilità con il completamento del terzo tratto della strada pendolo, avrebbe dunque portato alla decisione di procedere con l'abbattimento: una misura necessaria, si legge nell'ordinanza, per garantire la sicurezza di pedoni e automobilisti.

Al suo posto saranno piantati tre pini della stessa specie (Pinus halpensis) di altezza minima di tre metri e con un diametro di 16-18 centimetri.

Stando alla relazione dai controlli fatti il 9 febbraio è emerso come il pino monumentale fosse ad “alta vulnerabilità, con target e rischio elevato dovuto alla sua morte fisiologica, alla ridotta distanza dalla sede stradale, al suo sbilanciamento ed inclinazione, alla presenza di carie e carpofori incipienti visibili, Phellinus pini, scollamento della corteccia e scollamento del colletto, legno disfunzionale”. Per averne totale certezza si è quindi proceduto all'analisi di Valutazione del rischio e di stabilità integrata (Vdrs) utile a valutare le condizioni di salute e stabilità della pianta.

Questo quanto emerso: “l’Arborea radicata a margine stradale di via Pantini in area verde tra la nuova deviazione della ss16 Adriatica ed il parco pineta dannunziana Comparto 5, determina una elevata vulnerabilità del sito di potenziale cedimento, in quanto si deve considerare come elevata la probabilità che, nel momento di una eventuale caduta dell’albero, o di sue parti significative, le aree

interessate potrebbero essere occupate da persone o cose (veicoli e/o pedoni). In considerazione delle dimensioni e di cosa può cadere, dell’assenza di cose od oggetti che ostruiscono la caduta, i danni che si potrebbero registrare possono essere anche molto rilevanti”. “Al momento dell’analisi l’individuo arboreo – si legge in un altro passaggio -, si trova in una condizione inequivocabile, purtroppo, anche a seguito di analisi strumentale avanzata dopo l’incendio, cablaggio in quota per ridurre il rischio di sbrancamento, se ne accerta la morte fisiologica. A seguito dell’analisi biomodellistica si evince che l’individuo arboreo monumentale presenta un fattore di sicurezza al di sotto della soglia ritenuta critica, quindi si consiglia il suo abbattimento”.

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