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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Uno sguardo sulla città per parlare della Nuova Pescara: gli architetti incontrano i sindaci a Colle del Telegrafo

Un confronto aperto quello svoltosi sabato 13 maggio per parlare della nuova città metropolitana, delle sue opportunità e della necessaria attenzione per evitare speculazioni e spreco di risorse, a cominciare dal consumo del suolo

Uno sguardo sulla città dall'alto per immaginare la non tanto lontana Nuova Pescara. Si è svolto proprio sulla terrazza naturale di Colle del Telegrafo l'Urban talk tra gli architetti e i sindaci di due delle tre città che dovranno fondersi e cioè Pescara, Spoltore e Montesilvano.

Un incontro aperto alla cittadinanza svoltosi nell'ambito del festival dello sviluppo sostenibile dell'Asvis.

“È stata una mattinata affascinante per guardare la città dall’alto, con occhi nuovi e rinnovata meraviglia e costruire insieme la nostra idea di comunità delle futura Grande Pescara, con la fortuna di poter abbracciare con lo sguardo il territorio”, dichiara Luciana Mastrolonardo del forum cultura dell’ordine, promotore e organizzatore dell’evento cui ha collaborato Legambiente.

L’unione dei tre comuni offre l’opportunità di un progetto urbano non più necessariamente fondato sul costruito, con interventi di riqualificazione e sostituzione edilizia, ma anche di un progetto sul vuoto, inteso come spazio di connessione e come luogo deputato ad accrescere la qualità urbana complessiva, è stato sottolineato dai professionisti nel corso dell'incontro.

A parlare de valore del luogo l'archeologa Martina Pantaleo e il dottore in scienze naturali Vincenzo De Pompeis. Ad incentrae il suo intervento sull'importanza che avrà la città nella macroregione adriatica è stato Lorenzo Pignatti, direttore del dipartimento di architettura dell'università di Pescara. Con la fusione, ha ricordato, la città sarà tra le prime 15 in Italia con i suoi 200mila abitanti. Della storia di Pescara ha invece parlato l’architetto Salvatore Colletti con l'urbanista e docente autore di numerosi piano urbani Roberto Mascarucci che ha faticato ad individuare nella “marmellata urbana” che si vede da Colle del Telegrafo un disegno al di là dei punti notevoli come la stazione e l’aeroporto. Di qui, ha detto, la necessità di avere un disegno strategico che vada oltre le difficoltà burocratiche e che sia in grado di dispiegare un vero progetto metropolitano. Alessandro Sonsini, architetto e docente, ha definito la necessità di una visione alta che metta al centro la cultura e i cittadini e che non si lasci travolgere dalla politica, ma sia in grado di portare avanti una visione solenne, sostenibile e futura della città. Presente anche il docente Stefano Civitarese ha individuato alcuni interventi necessari alla nuova metropoli che si devono necessariamente affrontare attraverso il consumo di suolo zero e il target della neutralità climatica.

A chiudere i lavori che hanno visto l'intervento del sindaco di Pescara Carlo Masci e del sindaco di Spoltore Chiara Trulli che hanno parlato del grande lavoro che si sta facendo per arrivare pronti alla fusione, è stato il presidente dell'ordine degli architetti di Pescara Angelo D'Alonzo.

“Un po’ come nei primi anni 60’ con il primo uomo nello spazio, quando l’umanità poté prendere visione e coscienza del pianeta nel suo insieme e comprendere fino in fondo che quella era la sua casa, l’unica che aveva e che doveva preservare, oggi la vista della nostra area metropolitana dall’alto contribuisce ad accrescere la sensibilità e la responsabilità con la quale noi progettisti siamo chiamati a prendere parte alla sua trasformazione – h detto - . Questo vale sia per gli urbanisti deputati alla lettura del territorio e alla definizione delle sue linee di sviluppo in termini di sostenibilità e miglioramento della qualità della vita, sia per chi si occupa di interventi più puntuali che necessariamente devono trovare corrispondenza in una visione complessiva dello sviluppo urbano. L’opportunità, quindi, di sviluppare un pensiero unitario su questo territorio, a partire da un sistema di mobilità integrata sostenibile ed efficiente, ma che interessi anche le diverse pianificazioni di settore, le politiche sociali, l’attrattività complessiva turistica, economica e produttiva.”

Per gli architetti pescaresi dunque la fusione deve diventare un'opportunità su cui tenere sempre gli occhi bene aperti per evitare “una speculazione edilizia incontrollata, un attacco indiscriminato al paesaggio e alle risorse in genere, del consumo di suolo e di interventi privi di una comune visione di futuro”.

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