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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Movida e residenti, convivenza difficile non solo a Pescara: la situazione e le regole a Roma, Milano e Riccione

Dopo l'ordinanza del sindaco Masci della durata di 15 giorni con diverse limitazioni per i locali di Pescara Vecchia, abbiamo dato uno sguardo fuori regione per vedere se vi sono problematiche simili e come sono state affrontate

Continua a far discutere scatenando polemiche in città l'ordinanza entrata in vigore da ieri 16 marzo, firmata dal sindaco Masci e che pone delle importanti limitazioni all'attività dei locali presenti a Pescara Vecchia. Per 15 giorni, lo ricordiamo, i locali infatti non potranno somministrare alcolici dopo la mezzanotte e coloro che non possiedono un'autorizzazione dell'ex articolo 68 e 80 del Tulps (Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza) non potranno avere musica dopo quell'orario.

Potranno invece avere la musica all'interno del locale le attività che dispongono di quell'autorizzazione, mantenendo però le porte chiuse che potranno essere aperte solo per consentire il transito momentaneo degli avventori. Dunque a partire dalla mezzanotte non potrà nè essere somministrato nè consumato alcol all'esterno dei locali. L'obiettivo della misura, ha spiegato il primo cittadino, è quello di riuscire a limitare l'inquinamento acustico che si genera ogni fine settimana a causa del volume spesso oltre i limiti consentiti dalla legge e dalla presenza di migliaia di persone nelle strade interessate (via delle Caserme, Largo dei Frentani, via dei Bastioni, corso Manthoné, via Catone, via Corfinio, via Petronio, via Flaiano, piazza Unione e piazza Garibaldi) garantendo così le condizioni per il riposo dei residenti di quella zona.

Ma questo problema riguarda solo Pescara? Abbiamo voluto verificare se lo stesso tipo di problematiche viene vissuto anche da altre città fuori Regione, in particolare a Roma, Milano e Riccione, per capire se il problema della difficile convivenza fra i residenti e la movida è importante e quali sono le richieste dei cittadini e le soluzioni trovate dalle rispettive amministrazioni comunali.

A Roma si parla di "Malamovida"

Nella Capitale, dopo il lockdown il problema della gestione della movida notturna sembra essere molto simile alla realtà di Pescara fatte le dovute proporzioni. Se, infatti, nella nostra città fondamentalmente le zone dei locali notturni sono due (Pescara Vecchia e zona Muzii) con l'aggiunta della riviera nord per il periodo estivo, a Roma sono diversi i municipi in cui sono nate aree più o meno vaste dedicate al divertimento: le principali sono a San Lorenzo, Monte Sacro, Testaccio, il centro storico in particolare nei Municipi I e II, Monti e Campo dei Fiori. Anche qui, leggendo le cronache locali, si parla di schiamazzi, urla, persone soprattutto giovani ubriache che compiono atti vandalici, fino alle risse e problemi di ordine pubblico che disturbano la quiete notturna dei residenti.

In particolare, pochi mesi fa le presidenti dei due municipi del centro I e II, avevano sottoposto all'assessore al commercio della giunta Gualtieri, Monica Lucarelli, una proposta con alcune misure da attuare arrivate proprio a seguito del confronto con i residenti che da anni denunciano l'impossibilità di riposare ed anche di transitare di notte lungo le vie affollatte dai locali in sicurezza. Nella proposta si chiedeva la chiusura anticipata dei locali all'una, e il divieto di vender alcol da asporto dopo le 20. Richieste che avevano scatenato le critiche dell'opposizione (la giunta Gualtieri è di centrosinistra) parlando di provvedimenti che avrebbero danneggiato pesantamente i gestori dei locali senza risolvere in modo concreto il problema della "malamovida".

Proprio la giunta Gualtieri, da tempo, ha introdotto invece un'ordinanza che, da circa un anno, dispone l’obbligo di chiusura anticipata dalle 22, fino alle 5 del giorno successivo, degli esercizi di vicinato del settore alimentari e misto che si trovano nel territorio dei municipi I e II. In questo modo si impedisce ai giovani di "fare scorta" di alcolici in quest attività, spesso gestite da persone straniere, che tendono a rimanere aperte ben oltre l'orario di cena e dunque rappresentano un punto di riferimento per i gruppi di ragazzi che vogliono continuare a bere fino all'alba quando i locali sono costretti a interrompere la somministrazione a seconda della zona della città in cui si trovano. In tutti i casi, comunque, la richiesta è di maggiori controlli da parte delle forze dell'ordine per scoraggiare soprattutto gli episodi di violenza, ma che comunque non risolvono la questione del rumore notturno.

A Milano tante zone per il divertimento e tante proteste

Situazione complessa anche a Milano, dove negli ultimi anni le zone interessate dalla movida notturna sono anche aumentate in modo sensibile, attirando ovviamente le ire e le proteste dei relativi residenti. Le zone principali sono gli storici e blasonati Navigli, Darsena, corso Como dove si trovano molte discoteche, Brera e Isola. L'afflusso di utenti è molto alto, considerando che molti provengono non solo dal capoluogo meneghino ma anche dall'hinterland e dalle città limitrofe, e questo provoca problemi di ordine pubblico che il Comune cerca di affrontare utilizzando la polizia locale in affiancamento alle forze dell'ordine e ai militari (per le pattuglie miste che si erano viste anche a Pescara qualche anno fa), ma che, a giudicare dalle critiche e dagli attacchi praticamente continui dei comitati dei residenti, non sortiscono effetti incisivi. A tal proposito, è di pochi giorni fa la notizia di un accordo fra varie associazioni di categoria, Comune, Ats, Città Metropolitana ed altri enti per un "Patto della movida" che porterà in vista della primavera e dei mesi estivi, ad un rafforzamento della sorveglianza privata che vada oltre quella già presente e pagata dai locali, degli steward privati e formati che si uniranno a chi già si occupa di sicurezza oltre alle forze dell'ordine. Un intervento che però viene visto con grande scetticismo dai residenti che chiedono invece interventi radicali per gestire il problema: "Bisogna intervenire prima della vendita degli alcolici senza controllo, non quando i giovani e i clienti sono già ubriachi".

A livello di ordinanza e norme, fondamentalmente vi sono misure più restrittive soprattutto nel periodo estivo, dove nelle aree interessate dalla movida notturna scatta il divieto di somministrare alcolici dopo la mezzanotte, mentre durante tutto l'anno è in vigore il divieto di somministrare alcolici, bevane, cibi da asporto dalle 22 alle 5 del mattino in contenitori di vetro o lattina ed è valido per qualsiasi tipo di attività che venda questo genere di prodotti compresi distributori automatici e street food, nelle aree del Duomo, dell'Arco della Pace, di Ticinese, Darsena, Navigli e Tortona, di Nolo, di corso Como, Gae Aulenti, Garibaldi e Brera, Isola, Melzo e Lazzaretto. A seconda delle zone, poi vi sono ulteriori restrizioni anche se non vi sono particolari limitazioni di orario (ovviamente per chi rispetta i livelli massimi di rumore consentiti dalla legge) per la diffusione di musica.

Anche a Riccione problemi con la musica e i rumori

Nella città romagnola nel quartiere Marano i cittadini lamentano la stessa problematica dei residenti di Pescara Vecchia, ovvero l'impossibilità di riposare a causa della musica che viene diffusa dai locali fino a tarda notte. Per questo, il sindaco di Riccione Daniela Angelini ha incontrato il comitato dei residenti per arrivare ad un compromesso. Anche in questo caso, scatterà fino a tutto il periodo estivo una limitazione delle ore in cui i locali potranno fare musica, ma diversa e meno radicale rispetto a quella della nostra città: stop alla musica a mezzanotte (attualmente il limite era 1,30), dal lunedì al giovedì, mentre nel fine settimana resterà invariato ovvero per le 2,30.

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