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Movida in centro a Pescara, i residenti chiedono la chiusura anticipata dei locali

Da un lato commercianti e ristoratori chiedono di poter avere un aumento di utilizzo del suolo pubblico e dall'altro i residenti protestano per rumori e schiamazzi

La movida nelle vie del centro di Pescara, con particolare riferimento a via Battisti e piazza Muzii, è una questione che tiene banco ormai da tempo.
Da un lato commercianti e ristoratori chiedono di poter avere un aumento di utilizzo del suolo pubblico e dall'altro i residenti protestano per rumori e schiamazzi.

L'argomento è stato oggetto dell'incontro con Fabrizio Rapposelli, presidente della commissione "Attività Produttive", che ha incontrato una rappresentanza dei residenti delle aree interessate. 

In sostanza chi vive in quella zone della città non demonizza i commercianti ma chiede il rispetto delle regole visto che è un obbligo di legge. Rapposelli punta a stabilire regole di convivenza condivise.

Rapposelli, dopo aver istituito, infatti, il 6 settembre il primo Tavolo permanente sul commercio e aver ascoltato le proposte degli esercenti, ha svolto la seconda riunione per recepire le rimostranze dei cittadini e delle relative associazioni, tra cui quella denominata “Tranquillamente Battisti”.

«Nessuna demonizzazione o persecuzione degli esercenti», dichiarano i residenti, «ma più semplicemente siamo cittadini abitanti in luoghi particolarmente toccati dalla problematica della cosidetta movida e ci preme salvaguardare la tranquillità, le abitudini e la serenità delle nostre vite, spesso compromesse da comportamenti inadeguati. Riteniamo, d’altronde, che il rispetto delle regole non sia una facoltà ma un obbligo di legge. Il rispetto della quiete e del riposo sono in cima alla controversia saremmo anche disponibili alla mediazione ma solo a condizione che il Comune voglia adottare nuove norme che garantiscano un bilanciamento degli interessi».

In sostanza, a fronte della richiesta dei commercianti di un allargamento della occupazione di suolo pubblico, i residenti potrebbero rivelarsi favorevoli purché «l’aumento del numero dei tavoli sia contenuto entro certi limiti e con la compensazione di ottenere la riduzione degli orari di chiusura. In particolare , alle ore 24 durante i giorni infrasettimanali e alla una di notte per i festivi. Ribadiamo la necessità di ottenere garanzie circa l’orario minimo di riposo per motivi così ovvi che non necessiterebbero di grandi spiegazioni, ma che riassumendo riguardano la tutela della salubrità e del diritto alla salute. E ciò senza considerare l’indubbia perdita di valore dei nostri appartamenti, che tradotto significa danno patrimoniale. Se l’amministrazione comunale intenderà procedere con l’ampliamento dello spazio concesso ai commercianti senza alcun tipo di mediazione, noi siamo decisi a difenderci diversamente ricorrendo ad azioni giudiziarie».

Questo quanto dichiara invece Rapposelli:

«Chiaro obiettivo di questi incontri, oltre all’ascolto delle rispettive esigenze e richieste, è quello di far dialogare le associazioni di categoria con i residenti in modo da stabilire regole di convivenza condivise, che possano tenere in considerazione gli interessi delle attività economiche di ristorazione unitamente al diritto al riposo delle persone. Occorre un lavoro serio, documentato , aperto al contributo di tutti i soggetti interessati, nonché dei componenti di tutta la Commissione, per giungere ad una soluzione di fondamentale equilibrio tra le ancora diverse e contrastanti  esigenze».

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