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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Si è spento nonno Paolino, l'ultimo figlio della Majella Madre [FOTO]

Paolo Sanelli, 94 anni, è stato testimone di un connubio meraviglioso con la montagna abruzzese. Quasi un secolo vissuto ai piedi del monte Amaro, nella piccola frazione di Decontra a Caramanico. I suoi racconti di vita sono riportati in un libro

La catena montuosa della Majella ha avuto per 94 anni un suo fedele custode: Paolo Sanelli. Quasi un secolo vissuto ai piedi del monte Amaro, nella piccola frazione di Decontra a Caramanico. Nonno Paolino ci ha lasciato pochi giorni fa a 94 anni. La sua vita, apparentemente umile e semplice, è stata invece fonte di insegnamento per intere generazioni. Lo scrittore Marco G. Manilla ha preso spunto dai suoi racconti per farne un libro dal titolo "I miei sogni sono stati tutti sulla Majella" (ed. Menabò).

Un'appassionante biografia di questo pastore e contadino fatta di storie, ricordi e descrizioni di un mondo così distante dalla realtà, quando il contatto con la natura incontaminata era un privilegio per le poche anime che abitavano nelle case di pietra, tra freddo e neve, lupi e pecore, pascoli e pendii. Nato nel 1926 da una famiglia di braccianti agricoli, all'età di 6 anni frequentò la scuola in una casa privata, ma tre anni più tardi lasciò gli studi per dedicarsi al lavoro nei campi e al pascolo. Di quella breve esperienza, gli resteranno impresse le severe punizioni della "bella maestra che veniva da Città Sant'Angelo", come descritto nel volume pubblicato nel 2001 e che ha già avuto tre ristampe, oltre a quella in inglese e distribuita nel Regno Unito.

Il giovanissimo Paolo, infatti, emigrò per un breve periodo in Inghilterra ma ritornò dopo pochi anni nella sua terra natìa, dalla quale non si è mai più allontanato. Dal padre, morto di polmonite quando era ancora un ragazzo, ha ereditato la passione per la montagna, carpendone ogni segreto. La mamma, oltre ad accudire la prole, si occupava di seminare patate e granturco, raccogliere ghiande e fascine, filare la lana e sfornare il pane ogni mattina. Gli anni della Seconda Guerra Mondiale vissuti come se fosse al fronte, con i soldati delle truppe britanniche che avevano oltrepassato la linea Gustav e trovavano rifugio, grazie a Paolo, nelle sperdute grotte della valle dell'Orfento.

Nel libro poi, si fa cenno al periodo del dopoguerra, quando i pochi abitanti ai piedi della montagna lasciarono i villaggi per cercare fortuna nelle città. Lui restò, come un superstite eremita. Il suo benessere lo trovava nell'ambiente circostante "tra fiori, stelle alpine, uccelli e rondini che sono dei gioielli". Il matrimonio con Annina, l'unico grande amore della sua vita, e le successive nascite dei loro quattro figli, nel segno della tradizione e della continuità. E poi la fede, professata in raccoglimento nella chiesa di San Tommaso, costruita con "una pietra che parla anche ai sordi".

Nel corso della sua ultima festa di compleanno, celebrata allegramente in compagnia di amici e parenti, nonno Paolino ormai stanco e provato dagli anni, non ha mai smesso di raccontare ai nipoti le sue esperienze e tutti i segreti della Majella Madre. La montagna, non sempre partorisce un topolino. In questo caso, ha dato i natali ad un gigante che ha saputo custodire un legame forte ed intenso con quelle vette che lo hanno protetto sino all'ultimo respiro.

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