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Il racconto dei medici dell'ospedale di Chieti che hanno salvato gli anziani della casa di riposo durante l'incendio

Jacopo Pizzicannella dell’Utic dell'ospedale di Chieti era presente sul posto assieme ad altri due colleghi, ed ha sfidato fumo e fiamme per salvare gli anziani intrappolati nella casa di riposo in via De Cecco

Non hanno esitato a lanciarsi fra fumo e fiamme nell'inferno dell'incendio scoppiato il primo agosto a Pescara, per salvare gli anziani ospiti della casa di riposo in via De Cecco, rimasti inizialmente bloccati nella struttura raggiunta dal rogo. Protagonisti della bella storia sono Jacopo Pizzicannella dell’Utic,  Matteo Perfetti e Serena Rossi dell’Emodinamica tutti medici dell'ospedale di Chieti che si trovavano in zona ed allo scoppio dell'incendio stavano cercando di raggiungere le proprie automobili. Pizzicanella racconta di aver incrociato una delle suore della casa di riposo che non riusciva a chiamare i soccorsi:

“Mi sono imbattuto in una suora con due bottiglie di acqua in mano e l’aria smarrita la quale mi ha detto che non riusciva ad attivare i soccorsi per mettere in salvo i circa 40 ospiti che si trovavano all’interno della struttura. Un’immagine di una tenerezza infinita, che ho dovuto presto accantonare, perché il fuoco aveva già attaccato il giardino dell’istituto e non c’era tempo da perdere: ho chiesto ai colleghi che erano con me di segnalare alle squadre intervenute in zona la necessità di evacuare la casa di riposo, nella quale si trovavano anche persone non deambulanti.

Nonostante il fumo sono entrato nella struttura, ho visto che gli anziani più in pericolo erano i paraplegici, e sono partito proprio da loro. I primi quattro li ho presi in braccio e portati all’esterno, e nel frattempo sono arrivati Vigili del fuoco, Polizia e mezzi della Valtrigno che hanno fatto il resto. Da medico, non essendocene un altro nella struttura, dopo essermi accertato delle  le condizioni degli ospiti, tutti trasportabili, ho chiesto alle squadre di portarli al sicuro, recuperando anche barelle e sedie a rotelle per facilitare le operazioni. "

L'aria, spiega il medico, era irrespirabile e il fumo acre e denso attaccava occhi e la gola, ma l'unica cosa da fare era salvare le persone in difficoltà più fragili e indifese.

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