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Giovedì, 18 Aprile 2024
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L'iniziativa di solidarietà di Mario Ferri "Il Falco" che trasporta chi scappa dalla guerra in Ucraina

"Il Falco" è andato in Ucraina in automobile per accompagnare le famiglie che hanno bisogno di fuggire dalla zona di guerra

È davvero lodevole l'iniziativa di solidarietà messa in atto da Mario Ferri "Il Falco" che ha deciso di recarsi in automobile al confine tra Polonia e Ucraina per accompagnare poi fuori dal Paese chi scappa dalla guerra.
È lui stesso a raccontare la storia con un paio di post sul suo profilo Facebook.

«Prima famiglia aiutata, storia incredibile», scrive Ferri in un post di ieri (domenica 6 marzo), «stanno rientrando in Ucraina per andare dal nonno che è malato, una mamma (Zelina) e 3 figli (Camilla, Katrina e Mateo) li ho incrociati mentre passavo il confine ed erano a piedi, super infreddoliti, ovviamente li ho fatti salire, ho messo l’aria calda, un po’ di musica (i bambini cantavano la canzone dei Måneskin) e nel tragitto fino a Lviv (Leopoli) abbiamo mangiato insieme qualche Kinder Cereali».

Poi "Il Falco" racconta la situazione sul campo: «Quello che sto vedendo è dieci volte peggio di quello che immaginavo e che si vede in tv, alla frontiera ho visto code di 15 km di auto che vanno in Polonia. Nel tragitto ho visto tante auto abbandonate per strada di gente che ha finito la benzina e ha continuato a piedi (con zero gradi). La cosa brutta che sono donne, bambini e anziani perché gli uomini non possono abbandonare il paese. Ragazzi un vero inferno per queste povere persone».

Oggi in un altro post su Facebook Ferri racconta il viaggio di ritorno: «Missione compiuta, Anastasia e David sono salvi. Avrei troppo da scrivere, troppo da raccontare sono state 16 ore di viaggio interrotto senza dormire da Lviv fino a Varsavia. Anastasia mi ha raccontato i suoi sogni, l’amore per suo marito Sergei che chiama “BigGentleman” i loro progetti. Mi ha raccontato come è stato il bombardamento di Kharkiv e come sono fuggiti. E poi c’era il piccolo David chiamato dalla mamma “LittleGentleman” e se devo dire la verità ho fatto tutto per lui, questo cucciolo non potevo lasciarlo solo alla frontiera, al freddo con 1 grado sottozero, sembrava che capisse che gli volevo bene e lo volevo portare in salvo. Non ha mai pianto e voleva sempre giocare con me anche se lo conoscevo da qualche ora. Detto questo adesso riparto e faccio 5 ore di viaggio per rientrare in Ucraina e caricare una nonna e 3 ragazze che mi stanno aspettando al confine. Non avrei mai immaginato di fare queste cose ma il senso di responsabilità e tenerezza verso queste persone è davvero troppo».

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