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Oltre 40 associazioni e comitati alla manifestazione contro l'amministrazione: "Le sue scelte un danno per tutta la città"

Era stata annunciata qualche giorno fa e ora arriva l'ufficialità: appuntamento il 25 marzo in piazza Sacro Cuore per far sentire la voce della città a chi guida Palazzo di Città: "Nessun confronto, ma faremo sentire la nostra voce per dire 'no' alle decisioni prese in tutti gli ambiti". Appuntamento alle 11

“Non nella nostra città”. Questo è il motto che porterà sabato 25 marzo oltre 40 tra associazioni e comitati (con il numero delle adesioni in continua crescita), in piazza Sacro Cuore per dire “no” alla politica dell'amministrazione su verde, consumo del suolo e tanti altri temi che riguardano la qualità della vità che, denunciano, non verrebbe affatto considerata Una manifestazione ambientalista e non solo cui aderiscono non solo le associazioni che di ambiente si occupano, ma anche tante altre realtà: dai comitati nati nei quartieri per contrastare la scelta di realizzare strutture, siano essi asili o presidi sanitari, nei parchi della zona e fino a quelle degli esercenti da piazza Muzii a Pescara Vecchia.

Che la manifestazione ci sarebbe stata lo aveva annunciato qualche giorno fa Simona Barba, esponente di Italia Nostra e componente del Coordinamento salviamo gli alberi di Pescara che, da solo, di associazioni ne riunisce 18. Ora arriva la conferma e le ragioni del perché della scelta di protestare in piazza sono messe nero su bianco.

Quel “Non nella nostra città” è la frase che tutti, riferiscono gli organizzatori, hanno pronunciato per contrastare le scelte fatte che vanno, si legge nella nota con cui si annuncia la protesta, dalla partecipazione negata, ai grandi alberi abbattuti, capitozzati e “gestiti senza competenza” e fino alle “infrastrutture verdi negate e relegate a decoro urbano”. Per le 39 sigle aderenti quello cui si assiste è la volontà di gettare “altro cemento e traffico nel cuore della città” con riferimento in particolare all'area di risulta e di “declassare i parchi a spazi vuoti da cementificare”: Fattori che determinano, sostengono, “la perdita di vivibilità” e che dimostrano “la mancanza di visione unitaria sul futuro della città” dato che “l'impermeabilizzazione del suolo è in aumento” e che sembra che in città “il paesaggio e la storia non siano meritevoli di protezione”.

“I cittadini – scrivono ancora – hanno la consapevolezza che la città è sempre più squilibrata verso il cemento; che la partita in gioco è la vivibilità della città stessa; che le leggi in tali ambiti non vengono rispettate e che le linee guida nazionali ed europee non sono nemmeno conosciute o sono disattese da questa amministrazione”.

“Abbiamo sentito dire dal sindaco – proseguono – che noi cittadini siamo posseduti dalla sindrome di Nimby. Abbiamo sentito il vicesindaco affermare che bisogna candidarsi se si vuole partecipare altrimenti niente diritto di parola e che sono i soliti 'signor no' a protestare e che tutto procederà come stabilito. L’amministrazione pro tempore continua incurante a governare senza una visione unitaria, senza ascoltare i cittadini, senza farli partecipare. Siamo ben 39 tra associazioni, comitati, cittadini organizzati spontaneamente a dire 'no': una sindrome contagiosa generalizzata? Un virus fastidioso che colpisce persone di ogni età, di ogni quartiere, di ogni professione? No – incalzano le 39 sigle nel comunicato unitario -. Ci siamo riuniti, ci stiamo ascoltando, ci stiamo contando, stiamo parlando alla città intera”.

Quello che andrebbe attuato, concludono, è “il principio Do no significant harm (Dnsh): gli interventi previsti dai finanziamenti nazionali ed europei non debbono arrecare nessun danno significativo all’ambiente. Quanto sta accadendo non è 'a tutela delle future generazioni', ma contro”.

locandina della manifestazione ambientalista del 25 marzo 2023

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