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Martedì, 23 Aprile 2024
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Bussi sul Tirino, gruppo di cittadini scrive a Mattarella sulla causa risarcitoria ferma da due anni per la discarica Tremonti

A firmare la lettera sono 14 persone come gli anni passati dalla scoperta della discarica Tremonti

Quattordici cittadini, ovvero come gli anni trascorsi dalla scoperta della discarica Tremonti, scrivono al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sulla causa risarcitoria in sede civile da oltre un miliardo di euro ferma da due anni su un'eccezione procedurale per la discarica ambientale di Bussi sul Tirino.
«Basta inaccettabili ritardi, non vogliamo più aspettare, non è giusto», chiedono in sintesi i cittadini.

«In un Paese che vuole dirsi civile non si vive in un territorio martoriato dall'inquinamento, non si continua a essere esposti a sostanze pericolose, non si aspettano anni e anni per una risposta nei processi», scrivono i 14 cittadini abruzzesi al presidente della Repubblica Mattarella in una lettera aperta sulla causa in sede civile per il risarcimento dei danni del disastro ambientale di Bussi. Il procedimento, secondo quanto riportato dalla stampa, è inspiegabilmente fermo da ben due anni al tribunale dell'Aquila, con il giudice che non decide su un'eccezione procedurale sollevata dai legali di Edison.

I cittadini «ricordano che il ministero della Transizione Ecologica e la Regione Abruzzo nel 2019 hanno intentato causa nei confronti di Edison chiedendo, sulla base di perizie dell'Ispra e dell'istituto superiore di sanità, oltre un miliardo di euro di risarcimento. Avrebbero potuto essere molti di più a firmare la lettera aperta ma è stato scelto un numero simbolico, quattordici, come gli anni passati dalla scoperta della prima discarica, la Tremonti». 

La nota è stata inviata per conoscenza anche ai ministri della Giustizia e della Transizione ecologica, al vicepresidente del Csm, al presidente della Regione e al presidente del Tribunale dell'Aquila, sezione civile. I 14 firmatari ricordano «che già un anno fa fu depositata un'interrogazione parlamentare in cui si stigmatizzava l'impasse in cui si trovava la causa». Per i cittadini sono inaccettabili questi ritardi che si trasformano in giustizia negata; per questo chiedono l'intervento del Presidente affinché tutti i procedimenti che riguardano il sito inquinato si concludano celermente. «Il fattore tempo non è una questione secondaria. I cittadini che hanno bevuto quell'acqua con sostanze cangerogene e tossiche, sgomenti per il loro territorio danneggiato dalla presenza di una delle discariche più grandi d'Europa, stanno letteralmente invecchiando senza veder risolta, in un senso o nell'altro, questa vicenda. Non vogliamo più aspettare, non è giusto», concludono i cittadini che hanno firmato la lettera.

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