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Lunedì, 2 Ottobre 2023
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Lavoro stagionale, per la Filcams Cgil sarà un'altra "estate rovente" sul fronte dell'irregolarità

Il segretario provinciale del sindacato Davide Urbano parla di un aumento di denunce, ma di scarsa conoscenza e nessuna vera cultura del lavoro: già impugnati alcuni contratti, ma è agli imprenditori onesti che si rivolge perché denuncino chi non solo danneggia i lavoratori, ma, sottolinea, "attua una concorrenza sleale"

Per il segretario provinciale della Filcams Cgil Davide Urbano sarà un'altra stagione rovente. Il riferimento non è alle temperature, ma alle problematiche legate al lavoro stagionale, le tipologie di contratto e le situazioni che sempre più spesso, spiega, vengono segnalate all'ufficio vertenze e che nella gran parte dei casi si chiudono con delle conciliazioni. Insomma in tribunale non ci si arriva quasi mai perché spesso si riesce a trovare una soluzione in favore dei lavoratori senza andare per le lunghe vie giudiziarie. "Spesso i datori di lavoro sanno che andando avanti soccomberebbero nelle aule di tribunale con aggravio dei costi e quindi preferiscono riconoscere tutto il dovuto in conciliazione presso le nostre sedi", spiega infatti il segretario. I problemi però sono sempre gli stessi e i danni sottolinea, sono per tutti: per i lavoratori, ma anche per gli imprenditori onesti.

Proprio a questi Urbano si rivolge prima di addentrarsi nel complesso mondo delle irregolarità rilevate. “Io comprendo gli imprenditori che lavorano correttamente e che a volte si risentono delle nostre considerazioni e rivendicazioni, ma proprio loro la Filcams Cgil invita a denunciare chi correttamente non si comporta perché trarre profitto dal lavoro irregolare non solo danneggia i lavoratori, ma è anche concorrenza sleale”, afferma.

Insomma come ogni anno si aprono gli ombrelloni e inizia la polemica. A dare il “la” al sindacato è stata l'intervista rilasciata da un imprenditore del settore ad un programma Rai e rilanciata sulla pagina Facebook della sezione provinciale Un'intervista in cui, scrive il sindacato, si sarebbe sostenuto che i ragazzi non vogliono lavorare nei fine settimana, studiano fino a luglio e chiedono turni più corti nonostante riceverebbero stipendi anche di mille e cinquecento euro al mese. I fatti però sarebbero molto diversi e a farlo emergere sarebbe stata la campagna Turismo Sottosopra lanciata proprio dal sindacato e che è appena ripartita anche per il 2023. Una campagna che si svolge letteralmente sotto il sole con i sindacalisti che si recano nelle spiagge per verificare le condizioni di lavoro dei tanti stagionali: dai bagnini ai camerieri e fino agli animatori. Proprio questa ha fatto emergere tante storie l'anno scorso, alcune delle quali Urbano racconta, ma altre già si stanno accumulando sulla scrivania del sindacato.

Ultima in ordine di tempo quella che riguarda otto stagionali contrattualizzati per tutta la stagione e mandati fuori regione “che sono stati licenziati nel penultimo giorno di prova. Finito questo – spiega – la norma prevede che si può risolvere il contratto senza una motivazione specifica da ambo le parti e non può essere impugnata. Ma in questo caso ci sembra davvero pretestuoso quanto accaduto e per questo abbiamo deciso di procedere con l'impugnazione. Parliamo di persone che avrebbero dovuto lavorare per tutta l'estate e che ora un altro lavoro non possono trovarlo dato che la stagione è avviata. Chiederemo che il contratto prosegua”.

Tra le situazioni più comuni, spiega ancora il segretario Filcams Cgil, la mancata erogazione Tfr (Trattamento di fine rapporto) che molti lavoratori, soprattutto i giovanissimi, neanche sanno cosa sia e di averne diritto anche perché loro, aggiunge, "non le leggono le buste paga". Emblematiche due storie seguite dal sindacato e riferite alla stagione 2022. “L'anno scorso abbiamo constatato proprio grazie alla nostra campagna che un'azienda di salvamento del territorio non riferiva ai lavoratori che avevano diritto al Tfr. Non è che poi si è rifiutata di erogarlo, ma lo faceva solo se gli veniva chiesto. I ragazzi però non le leggono le buste paga, pensano solo all'introito di fine mese”. Almeno tre le situazioni risolte direttamente dalla Cigl, “ma in realtà siamo a conoscenza del fatto che tanti altri lo hanno poi chiesto grazie proprio al passaparola”. Ancor più grave quanto sarebbe avvenuto in un altro caso. “Un ragazzo che dopo due mesi ha dovuto smettere di lavorare per seri motivi di salute ci ha portato le due buste paga avute e ci siamo accorti – racconta il segretario Filcams Cgil – che il corrispettivo gli veniva dato come rimborso facendo risultare il lavoro a zero ore. Quindi non c'erano contributi, non c'era nulla. Si eludeva la parte contributiva. In quel caso sono intervenuto io e ci si è affrettati a rettificare atto rimettendo in ordine i documenti”.

Al problema si aggiungerebbe quello degli orari. “I contratti spesso sono da 12 ore settimanali, ma in realtà dieci ore le fanno praticamente in un giorno con difficoltà anche nel fare la pausa pranzo dato che i bagnanti vanno controllati. Personalmente – continua Urbano – sarei curioso di vedere cosa potrebbe emergere se si incrociassero i dati sulle ore di salvamento previste dal contratto e quelle che devono essere effettivamente garantite. Non so cosa potrebbe venirne fuori”. Ci sarebbe stato anche chi, in fase di conciliazione, ad un ragazzo di 17 anni avrebbe detto “mi devi ringraziare perché ti ho insegnato come funziona la vita”, aggiunge. Una frase emblematica per Urbano perché delinea la mancanza di una cultura del lavoro diffusa. “Spesso a questi ragazzi, soprattutto quando è il primo lavoro e sono ancora giovanissimi, si dice che devono fare esperienza e che l'importante è che ti pagano a fine mese. Non è vero, i diritti valgono sempre e a qualunque età. Bisogna conoscerli e bisogna rispettarli sempre”. Ecco perché, aggiunge, è rimasto senza parole di fronte al racconto di un collega della Filcams della provincia di Teramo che proprio in occasione del lancio della campagna 2023 Turismo sottosopra ha raccontato di un ragazzo impiegato in un lido che dopo aver lavorato per più ore la mattina, si sarebbe guadagnato un richiamo disciplinare dal titolare perché si era rifiutato di tornare nel pomeriggio. Un richiamo che grazie all'intervento del sindacato sarebbe stato poi ritirato.

“Quando parliamo delle ore di prestazione la questione si fa molto complicata perché dimostrare di aver lavorato molto di più del dovuto. Ecco perché durante la nostra campagna consigliamo ai lavoratori di raccogliere prove delle ore lavorative effettivamente prestate, così che quando si arrivi, ammesso che ci si arrivi, davanti ad un giudice, lo si possa dimostrare”.

Le richieste di supporto, sottolinea, sono aumentate. Insomma i lavoratori denunciano di più e il fatto che non si trovino stagionali , quando questo si lamenta, non dipenderebbe affatto dal reddito di cittadinanza, prosegue replicando a chi sostiene che sia per questo che i giovani a lavorare come stagionali non ci vanno. “È un sostegno legato all'Isee familiare e spesso questi ragazzi vivono ancora nelle famiglie di origine, quindi non lo percepiscono. Forse – prosegue Urbano – ci si dovrebbe invece chiedere come è possibile che durante il periodo del covid ci si sia trovati davanti a camerieri che lavoravano tutto il giorno e avevano casse integrazioni da 250 euro”.

Insomma anche l'estate 2023 si annuncia come un'estate in cui l'ufficio vertenze della Cgil si attende molte segnalazioni e per raccoglierle con la campagna che ormai promuove da qualche anno, tornerà a parlare direttamente con i lavoratori tra la fine di luglio e l'inizio di agosto e tra la fine di agosto e i primi di settembre. Il turismo, sottolinea Urbano, “è un settore importantissimo, ma servono la professionalità e i diritti garantiti. Noi viviamo in un territorio dove i salari sono molto bassi e anche la formazione manca. Se vogliamo che anche l'Abruzzo come accade ad esempio sulla rivera romagnola o sulle Alpi, viva di turismo serve una nuova cultura, in tutti. Bisogna incentivare i ragazzi a restare e per farlo servono preparazione, salari adeguati e garanzie”. Cose che passano inevitabilmente, conclude, “per una maggiore sinergia con le istituzioni e le associazioni datoriali perché ripeto, il danno dell'irregolarità pesa anche su chi si comporta correttamente”.

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