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L'appello di Anastasiia: "Creiamo un'associazione per supportare chi fugge"

Aiuto legale, psicologico e ospitalità "a tempo" per chi arriva in una terra che non conosce e di cui non sa la lingua, la giovane a IlPescara: "Avete un grande cuore e ce lo avete dimostrato ancora una volta"

Creare un'associazione, volontaria, che metta insieme gli ucraini residenti sul territorio, i cittadini, ma anche professionisti come gli avvocati e gli psicologi per aiutare chi, nel pescarese, arriva fuggendo dalla guerra. Cose di cui si occupano già, preparando piani di accoglienza, Regioni, Comuni, prefetture e tutti gli enti preposti, ma di cui urgenza c'è per chi è già arrivato e ora bisogno di essere sostenuto. E' un vero e proprio appello quello che la giovane ucraina Anastasiia Kiselova, che da sola è riuscita a far partire da Montesilvano un camion di beni grazie alla corsa alla solidarietà scatenarsi da un suo post su facebook. "Aiutateci ancora una volta. Lo avete fatto già con Chernobyl ospitando tanti bambini, ora abbiamo di nuovo bisogno di voi”. Un aiuto concreto per chi, arrivato in una terra nuova di cui non conosce né la lingua, né le leggi, possa essere supportato nel sbrigare pratiche, nel superare un momento psicologicamente così difficile, nel trovare un pasto caldo e un'ospitalità “a termine”. Sì perché tanti di quelli che arrivano, ci racconta, lo status di rifugiato non lo vogliono. Quello che vogliono è tornare a casa anche se la casa è stata rasa al suolo. Vogliono tornare lì e ricostruirla e crescere i loro figli “sotto un cielo da cui non piovono bombe. Vogliono vivere in una terra democratica, dove c'è libertà e dove c'è umanità”, ci dice. “Gli italiani hanno fatto già tantissimo. E' stato uno dei Paesi che ha inviato più aiuti umanitari. Qui c'è un grande cuore”, conclude sperando che in tanti vorranno rispondere al suo appello.

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