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Influenza stagionale e Sars Cov-2, come eseguire la prevenzione nei bambini: le parole del pediatria Silvestre

Silvestre ci spiega la differenza tra i classici virus influenzali (l'impropriamente definita influenza stagionale) e il Covid-19 (Coronavirus) relativo al virus Sars-Cov2

Gaetano Silvestre, specialista pediatria pneumologo, già direttore della Uosd di Fisiopatologia Respiratoria Pediatrica del presidio ospedaliero "Santo Spirito" di Pescara.
Silvestre ci spiega la differenza tra i classici virus influenzali (l'impropriamente definita influenza stagionale) e il Covid-19 (Coronavirus) relativo al virus Sars-Cov2. 

Di seguito una sintesi proposta da Silvestre sull'argomento. 

«L'influenza è una malattia provocata da virus (virus influenzali) che infettano soprattutto le vie aeree (naso, gola, polmoni). Spesso vengono impropriamente etichettate come "influenza" una serie di affezioni delle prime vie aeree, sia di natura batterica che virale, le quali possono presentarsi con sintomi molto simili tra loro e forvianti dal punto di vista diagnostico. Siamo in un momento cruciale dell’anno 2020 e non solo dal punto di vista meteorologico per l’autunno appena iniziato ma anche, e soprattutto, dal punto di vista epidemiologico infettivo. In qualità di pediatra pneumologo sento l’esigenza di sollecitare una campagna di informazione con l’obiettivo di attuare una prevenzione ottimale. Dal momento che nella imminente prossima stagione influenzale 2020-2021, sarà presente una co-circolazione di virus influenzali e del Covid-19, sottolineo l’importanza della vaccinazione antinfluenzale in primis nelle persone fragili e di tutte le età, soprattutto quelle con patologie croniche non escludendo anche soggetti non affetti da patologie croniche. L’obbiettivo è quello di prevenire e contestualmente semplificare la diagnosi e la gestione dei casi sospetti, in considerazione dei sintomi simili tra Covid-19 e influenza stagionale. Come negli altri anni, la vaccinazione antinfluenzale verrà offerta attivamente ai soggetti che, per le loro condizioni personali (fascia di età o perché cagionevoli per patologie croniche), corrono un maggior rischio di complicanze nel caso contraggano l’influenza. Le categorie per le quali la vaccinazione è raccomandata sono uguali a quelle degli anni scorsi :i bambini e le donne che all’inizio della stagione epidemica si trovano in gravidanza e nel periodo post-partum. Inoltre, per la stagione 2020-2021, a causa dell’emergenza Covid-19, al fine di facilitare la diagnosi differenziale, la vaccinazione antinfluenzale è univocamente raccomandata dai 6 mesi di vita in poi. In questo momento storico infatti l’inserimento di bambini e adolescenti sani nelle categorie da immunizzare contro l’influenza è fortemente sollecitato anche in Italia; in alcune Regioni è possibile eseguire gratuitamente, su richiesta, la vaccinazione ai bambini ed agli adolescenti sani a partire dai 6 mesi. 

Da oltre 20 anni il mondo scientifico sottolinea i rischi derivanti dall’influenza in età pediatrica e l’importanza della vaccinazione preventiva. I bambini ,infatti, svolgono un ruolo importante nella diffusione dell’epidemia, in quanto sono più sensibili rispetto alle fasce di età più avanzata e contribuiscono in modo più ampio alla diffusione del virus nella popolazione. Il loro sistema immunitario non è ancora completamente sviluppato e, anche in assenza di fattori predisponenti, i più piccoli in particolare sono più facilmente soggetti alle infezioni, soprattutto quelle respiratorie, in conseguenza del ridotto calibro delle vie aeree stesse. Nell’ultima stagione 2019-2020 il 50% dei bambini ospedalizzati negli Usa per influenza, confermata in laboratorio, non era affetto da altre patologie a dimostrazione che il Virus influenzale colpisce tutti!. Si stima che 1 bambino non vaccinato su 5 e 1 adulto non vaccinato su 10 siano stati infettati annualmente da influenza stagionale. I bambini da 0 a 5 anni si ammalano d’influenza 10 volte di più rispetto all’anziano e 5 volte di più rispetto all’adulto, quelli da 6 a 14 anni si ammalano d’influenza 8 volte di più rispetto all’anziano e 4 volte di più rispetto all’adulto. L’elevata incidenza di infezione tra i bambini in età scolare deriva dal grande numero di contatti ravvicinati che si creano all’interno della loro fascia d’età: questo è probabilmente il motivo principale per cui bambini e adolescenti sono stati, sono e saranno, un importante canale di diffusione delle infezioni in generale e dei virus dell’influenza in particolare; i bambini eliminano il virus in quantità maggiori e per periodi più lunghi rispetto agli adulti di qualsiasi età e ciò è dovuto all’ incremento dei contagi scolastici che si riducono quando la scuola è chiusa; a conferma di quanto esposto c’è stata una ridotta morbilità in virtù della chiusura delle scuole nel periodo a più alta incidenza di Covid- 19, da Marzo in avanti quando si è rilevato una netta riduzione della propagazione dell’influenza.

È importante sottolineare come, rispetto all’influenza stagionale, nei bambini il peso dell’infezione da Covid-19 sia molto basso. Al 28 aprile 2020, il Center for Disease Control and Prevention (Cdc) aveva riportato 8 decessi correlati a infezione da Covid-19 nei bambini di età ≤14 anni, mentre vi erano stati 169 decessi correlati all’influenza nei bambini di pari età nella stagione 2019-2020, di cui 81 nel 2020: i bambini hanno quindi un rischio molto maggiore di andare incontro a una malattia critica causata dall’influenza rispetto a quello dovuto all’infezione da COVID-19.

L’efficacia della vaccinazione antinfluenzale (Vaccination Effectiveness, Ve) nel prevenire l’influenza in età pediatrica è confermata da moltissimi studi scientifici internazionali. Questi dati evidenziano con chiarezza l’importanza della vaccinazione antinfluenzale del bambino e dell’adolescente, indipendentemente se siano o meno affetti da patologie, nell’interesse proprio, della propria famiglia e del Sistema Sanitario Nazionale, che dovrà sostenere un aggravio di costi per una malattia evitabile. Purtroppo in Italia, in età pediatrica, la copertura vaccinale contro l’influenza registrata negli anni precedenti è stata sempre molto bassa.

In un momento in cui la preoccupazione per il rischio dell’ulteriore diffusione del Covid-19 continua ad agitare le famiglie e il mondo della scuola, bisogna ricordare che le scuole possono essere i centri più significativi di diffusione dell’influenza a causa della loro popolazione, degli alti livelli di stretti contatti sociali e dell’interazione con la comunità. Per questi motivi il Calendario Vaccinale, edizione 2020/21, ha raccomandato di vaccinare con il vaccino stagionale anche i bambini dai 6 mesi ai 6 anni che frequentano stabilmente gli asili o le altre comunità, oltre ai soggetti a rischio previsti dalla circolare ministeriale. I docenti, gli amministrativi, gli altri operatori scolastici e gli studenti sono a rischio di ammalarsi di influenza e di trasmetterla ad altri al di fuori dell’ambiente scolastico e pertanto necessitano di prevenzione vaccinale; da molti anni negli Stati Uniti il Pdc di Atlanta ha messo a punto una Guida per ridurre la diffusione dell’influenza nelle scuole K-12 (il sistema scolastico Usa che fornisce istruzione, dal kindergarten, l’asilo, al 12° grado, ultimo anno della scuola superiore). Ogni giorno, circa 55 milioni di studenti e 7 milioni di insegnanti ed altri operatori scolastici frequentano le oltre 130.000 scuole pubbliche e private degli Stati Uniti. Si è calcolato che, mettendo in atto le raccomandazioni del documento (al primo posto è l’invito agli studenti, ai genitori ed al personale a vaccinarsi ogni anno contro l’influenza), le scuole potevano aiutare 1/5 della popolazione del Paese a proteggersi dall’influenza.

In base all’esperienza acquisita negli anni precedenti e durante l’epidemia in itinere di Covid-19, la vaccinazione antinfluenzale dovrebbe essere raccomandata a tutti prioritariamente ai soggetti a rischio, alle categorie più esposte senza dimenticare i bambini sani, dai 6 mesi ai 10 anni e a seguire fino all’età adolescenziale, e infine gli operatori scolastici. L’importanza della vaccinazione contro l’influenza dei bambini sani è stata oggetto di una recente valutazione di Health Technology Assessment (Hta), che ha evidenziato come un programma di vaccinazione con un vaccino quadrivalente per i bambini di età fra 6 mesi e 6 anni, possa migliorare la qualità della vita con un impatto costo-efficacia estremamente positivo per il Servizio Sanitario Nazionale, in quanto comporterebbe una significativa riduzione dei casi di influenza, delle consultazioni mediche, degli accessi al Pronto Soccorso e dei ricoveri. Per quanto concerne la scuola, gli operatori scolastici che si vaccinano contro l’influenza riducono fortemente il rischio di ammalarsi e di trasmettere la malattia alle loro famiglie e ai loro allievi, fra i quali vi possono essere soggetti immunodepressi. In base alle leggi vigenti, in Italia gli operatori scolastici hanno il diritto di essere vaccinati gratuitamente contro l’influenza: lo Stato ha il dovere di una tempestiva, corretta e chiara informazione su questa possibilità.

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