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Inchiesta sugli appalti Asl, i funzionari dell'azienda finiti ai domiciliari si avvalgono della facoltà di non rispondere

Anche Tiziana Petrella e Antonio Verna per ora scelgono la via del silenzio come l'imprenditore Tonelli e Canonico, collaboratore dell'imprenditore Marinelli, perché, spiegano i legali, gli atti sono corposi e c'è bisogno di approfondirli

Così come Graziano Canonico, collaboratore dell'imprenditore Vincenzo Marinelli e l'imprenditore Fabio Tonelli, oggi davanti al gip di Pescara anche i due funzionari Asl Tiziana Petrella e Antonio Verna, finiti come gli altri tre ai domiciliari il 14 giugno nell'ambito dell'inchiesta relativa agli appalti della Asl di Pescara, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Lo riporta l'agenzia Agi.

Una scelta quella fatta in sede di interrogatorio di garanzia dai due funzionari difesi rispettivamente dagli avvocati Manuel Sciolè e Vincenzo Di Giorolamo, per le stesse ragioni degli altri due indagati già apparsi davanti al giudice per le indagini preliminari: i legali hanno avuto troppo poco tempo per leggere gli atti per cui è necessario un approfondimento. La richiesta di arresti infatti è piuttosto corposa, 1.500 pagine, con l'ordinanza cautelare che ne conta 600. I difensori hanno quindi necessità di tempo per conoscere in maniera puntuale i fatti che vengono contestati ai cinque arrestati. “La mia assistita – ha detto ai cronisti l'avvocato Di Girolamo - si è avvalsa della facoltà di non rispondere perché per affrontare tutte le questioni e le contestazioni che le vengono mosse occorre uno studio  approfondito degli atti”. “Il fascicolo - ha aggiungo l'avvocato Sciolè - è corposo. Dobbiamo quindi aspettare un po', prendere meglio contezza dei fatti e poi valutare se fare eventualmente ricorso al riesame”.

Mercoledì è fissato l'interrogatorio di Marinelli. Nel mirino dell'inchiesta, coordinata dal pm Andrea Di Giovanni, cinque gare di appalto indette dalla Asl per un valore complessivo di circa 35 milioni di euro. I cinque arrestati sono accusati di turbativa d'asta e corruzione. L'inchiesta in totale conta 13 indagati, tra i quali ci sono il presidente del Consiglio regionale, Lorenzo Sospiri, e l'ex sottosegretario alla Giustizia, Federica Chiavaroli.

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