Sì alla rimozione delle piante distrutte dall'incendio nei comparti 4 e 5 della pineta dannunziana: 392 quelle da abbattere
Approvato il progetto definitivo redatto dall'agronomo Giuseppe Farina: quella da esboscare sono 659. Una volta avviati i lavori sarà modificata la viabilità tra via Antonelli e via Silone. Santilli: "entro una settimana dieci giorni l'avvio dei lavori"
Sono 392 le piante morte in seguito del terribile incendio 2021 che saranno tagliate all'interno dei comparti 4 e 5 della riserva dannunziana. A queste si aggiungono le 659 da esboscare. Questi i numeri del progetto per la “Rimozione delle piante danneggiate dal fuoco all'interno dei comparti 4 e 5 della pineta dannunziana” redatto dall'agronomo Giuseppe Farina avvalsosi della relazione tecnico scientifica di Alberitalia in collaborazione con il dipartimento Dagri e approvato in via definitiva dalla giunta comunale.
Un intervento da circa 187mila euro (186mila 829,75) che arriva a due anni di distanza da quel giorno che ha ferito al cuore la città: un tempo utile a valutare quali di quelle piante sarebbero potute sopravvivere. Molto poche purtroppo quelle che alla fine sono riuscite a vincere le fiamme.
Rup (Responsabile unico del procedimento) è stato nominato Elvio di Paolo assegnato al servizio Verde pubblico e parchi. Secondo il cronoprogramma allegato alla delibera il cantiere si sarebbe dovuto aprire ad agosto e chiudersi a novembre. Da vedere dunque la tempistica che comunque, a conti fatti, dovrebbe vedere la definitiva messa in sicurezza e pulitura delle due aree per consentire le nuove piantumazioni e lo sviluppo di quelle che spontaneamente già hanno iniziato il loro sviluppo, entro l'anno nuovo. Di certo, spiega il vicesindaco Gianni Santilli che ha proposto la delibera e seguito l'iter che ha portato alla definizione del progetto, l'affidamento sarà fatto in pochi giorni con le operazioni di rimozione e esboscamento che partiranno entro una settimana, massimo dieci giorni.
Un progetto che fa il punto della situazione e stabilisce le modalità con cui dovranno essere eseguiti i lavori di taglio ed esboscamento tra macchine da impiegare, attrezzature e modalità operative che riducano al minimo i rischi per gli addetti ai lavori che dovranno essere comunque specializzati e anche gli impatti sul suolo al fine di tutelare proprio lo sviluppo in atto delle nuove piante e della nuova vegetazione.
La relazione tecnica ricorda come sebbene il comparto 4 sia stato ampiamente danneggiato, ad avere la peggio sia stato il 5 cioè quello della riserva naturale dove è morta la quasi totalità delle piante presenti, quasi tutti pini d'Aleppo. A due anni di distanza, atteso il tempo nella speranza che se ne potessero essere salvate di più, si partirà dunque con gli abbattimenti dato che molte delle piante ormai morte hanno problemi di stabilità dovuti, spiega la relazione, “ai naturali processi di decomposizione dei tessuti legnosi delle radici e del fusto”.
“Nello specifico i lavori consistono nell’abbattimento delle piante morte in piedi, nell'allestimento delle stesse e nella movimentazione dal legno di caduta all’imposto prescelto”, con la destinazione del legno che ne deriverà che sarà compito dell'amministrazione decidere, ma che potrebbe, si ipotizza, essere destinato “alla commercializzazione nell’ambito delle biomasse per scopo energetico. Pertanto si suggerisce all’amministrazione di verificare tale possibilità. Ad esempio – scrive il tecnico incaricato - potrebbe essere appetibile per la centrale a biomasse presente nella vicina città di Termoli in Molise”. Qualunque sia la decisione è una scelta che andrà fatta in fretta per evitare “che non rimanga troppo tempo all’imposto creando problemi fitopatologici e di sicurezza”.
Le modifiche alla viabilità previste con l'apertura del cantiere
La certezza è che la legna verrà temporaneamente accatastata nella grande aiuola che separa via Antonelli da via Ignazio Silone già bonificata. Una posizione che comporterà, una volta partiti i lavori, modifiche alla viabilità. Sarà quindi interdetto al traffico il tratto di via Silone che costeggia il comparto 4 per consentire il passaggio dei mezzi della ditta che sarà incaricata di eseguire l'intervento.
Per il comparto 5, si specifica, “l’esecuzione dei lavori deve effettuarsi in due tempi diversi, alternando l’interdizione al traffico e il divieto di accesso alternativamente di via Nazionale Adriatica sud e strada della Bonifica per garantire la sicurezza dei lavori nella parte nord e di via Romualdo Pantini per la parte sud del comparto”.
La riapertura del comprato 4 e i “sentieri” all'interno delle due aree della pineta
Nel comparto 4 nonostante i danni e la folta vegetazione che in questi due anni ha ricoperto il percorso pedonale, questo risulta ancora individuabile, cosa che invece non si può dire per il comparto 5 dove, proprio per consentire i lavori si procederà a realizzare un nuovo tracciato a fondo naturale per consentire di portare avanti gli interventi di rimozione e sicurezza.
Un tracciato che costeggerà via Pantini sul lato di via Antonelli con due nuovi accessi e che, scrive Farina nella sua relazione, “una volta terminati i lavori potrebbe essere mantenuto ed utilizzato in futuro per possibili scopi didattici, scientifici ed escursionistici come previsto dal Pan (Piano di assesto naturalistico).
Per il comparto 4, come detto, proprio il percorso esistente sarà quello che tornerà ad essere fruibile una volta terminati i lavori e dunque consentita la riapertura al pubblico. Su questo comparto “si suggerisce, per poter rendere di nuovo fruibile al pubblico il comparto 4 così come era prima dell’incendio, di valutare un intervento di rimboschimento, visto la mancata presenza di rinnovazione e affermazione di pino d’Aleppo, così come evidenziato nella relazione sulla attività monitoraggio svolta dall’università de L’Aquila e di valutare la necessità di manutenzione straordinaria della viabilità a fondo migliorato e dell’area adibita allo stoccaggio che potrebbe risultare danneggiata a seguito del transito dei mezzi necessari alla rimozione del materiale legnoso”.