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Martedì, 23 Aprile 2024
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All'alberghiero De Cecco uno "Spazio di ascolto" per genitori e studenti che vivono le difficoltà di una separazione

Il tema della bi-genitorialità al centro del progetto avviato insieme a psicologhe esperte, il docente e presidente del tribunale ecclesiastico Abruzzo Molise don Antonio De Grandis e l'associazione "Sono papà"

All'istituto alberghiero De Cecco Di Pescara è stato inaugurato uno “Spazio di ascolto” per studenti e famiglie. Uno spazio in cui ci si può confrontare e dialogare con psicologi esperti e, quando necessario “avere un punto di riferimento per raccontare il disagio della separazione di due genitori e l’esigenza di poter continuare a esercitare il proprio diritto di figlio alla bi-genitorialità”. A spiegarlo è la dirigente scolastica Alessandra Di Pietro sottolineando che “gli studenti che ne avvertiranno la necessità, potranno accedere al servizio attraverso i due docenti referenti, don Antonio De Grandis (che è anche presidente del tribunale ecclesiastico Abruzzo e Molise) e Cinzia Chiavaroli, al fine di incontrare le due psicologhe designate e avviare un percorso di sostegno e aiuto utile ai fini di una crescita serena capace di far superare le conflittualità”.

Alla presentazione dello “Spazio di ascolto” oltre alla dirigente scolastica e don Antonio De Grandis erano presenti anche Fabio Erro presidente dell’Associazione ‘Sono papà odv per il diritto alla bi-genitorialità’ e rappresentante dei genitori in seno al consiglio d’istituto, la docente Cinzia Chiavaroli e le psicologhe Laura Lodi e Monica Isabella Ventura del servizio di protezione civile Emergenza Abruzzo.

“Abbiamo ragazzi che vivono con difficoltà la separazione dei genitori, ragazzi ai quali la scuola oggi vuole dare risposte – ribadisce Di Pietro -. Ovvero è importante che i ragazzi trovino nella scuola le risorse, gli strumenti per superare situazioni di difficoltà, non solo attraverso i docenti-formatori, ma hanno ovviamente bisogno di esperti professionisti qualificati che possano sostenere la scuola stessa e comprendere le criticità dei ragazzi. La nostra vocazione, il nostro macro-obiettivo è quello di far crescere i ragazzi non solo dal punto di vista professionale, ma anche umano e relazionale, sociale, garantire il benessere fisico e psicologico, intervenendo là dove vediamo emergere una situazione di difficoltà, al fine di fare prevenzione e impedire che quella difficoltà possa degenerare in un disagio psicopatologico”.

“La legge 54 del 2006 – ricorda - ha dato concretezza al principio della tutela del diritto alla bigenitorialità con l’affidamento condiviso, dunque nella scuola vogliamo affrontare il diritto dei ragazzi ad avere entrambi i genitori, in un rapporto stabile, anche in caso di una separazione, tutelando dunque il diritto di entrambi i genitori a partecipare al progetto educativo e di crescita dei loro figli, stabilendo rapporti sereni ed equilibrati a prescindere dalla situazione di separazione”.

Da parte di Erro il ringraziamento all'istituto e l'occasione per ricordare che “operiamo da sei anni. Abbiamo subito percepito la necessità di costituire una rete per aiutare i ragazzi più in difficoltà e bisognosi di aiuto nel gestire una separazione, soprattutto in riferimento alla gestione del tempo dei genitori con i figli. I più penalizzati – sottolinea - sono solitamente i papà che vedono ridursi i propri spazi di presenza e a quel punto abbiamo compreso che il modo migliore per garantire un aiuto concreto era creare uno spazio di ascolto dentro la scuola che per i ragazzi è spesso una sorta di rifugio, uno spazio neutro in cui non devono contrapporsi a questo o quel genitore”.

“Il nostro compito – aggiungono Lodi e Ventura – sarà quello di essere a disposizione dei ragazzi, non necessariamente in un’aula, in uno studio medico, ma anche negli spazi aperti della scuola, dove si sentono più a proprio agio per parlare e raccontarsi, e aiutare loro a elaborare un accadimento della famiglia, a lavorare sul proprio rapporto con entrambi i genitori che restano tali anche dopo una separazione”.

“La nostra scuola – conclude don Antonio De Grandis – è sempre attenta alle esigenze che la società ci propone e risponde offrendo uno spazio di sostegno ai ragazzi che vivono una conflittualità esasperata dove i figli vengono spesso usati, strumentalizzati per colpire l’altro coniuge. Vogliamo individuare le vulnerabilità dei ragazzi che non hanno gli strumenti psicologici e che devono imparare a gestire e a superare le proprie fragilità”.

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