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L'affermazione di genere passa per una "Stazione senza binari": apre il primo centro che accompagna al cambiamento

Una realtà unica sul territorio, spiega la fondatrice del centro Aliseo che oltre ad occuparsi di salute inclusiva è il primo ad accompagnare nel percorso di affermazione della propria identità sessuali chi non si riconosce nel sesso biologico e in una definizione binaria

Uno sportello T per le consulenze gratuite e la possibilità di intraprendere il proprio percorso di affermazione di identità di genere con consulenza medica e legale. È la particolarità del Centro Aliseo-Salute inclusiva che ha aperto i battenti in piazza Alessandrini e che è la prima realtà sul territorio regionale che al suo interno ha creato una “Stazione senza binari” in cui una delle sue fondatrici, Nicolina Capuano sessuologa e psicoterapeuta insieme ad una sua collega, un avvocato e con la collaborazione dell'endocrinologia dell'Aquila assicura un accompagnamento pieno a chi nel genere binario non si riconosce e decide quindi di intraprendere un percorso di affermazione non semplice, ma che si traduce dell'affermazione di sé.

Una realtà che si pone come obiettivo a lungo termine quello di creare convenzioni con il servizio sanitario pubblico, ma che già adesso spiega Capuano a chi non ha le possibilità economiche offre gratuitamente l'accompagnamento nel percorso che si intraprende quando si intende cambiare sesso. “Non esiste una struttura pubblica che fa questo ecco perché abbiamo messo insieme un'equipe gratuita per chi ha un reddito molto basso e comunque a prezzi molto contenuti dato che lo studio legale non prevede costi e l'endocrinologo lavora in regime pubblico. Proprio quella dell'Aquila è l'unica realtà presente sul territorio nella rete infotrans ed è per questo che lavoriamo in sinergia”.

Quello che si intraprende non è un percorso semplice ecco perché il sostegno e l'accompagnamento sono importanti, spiega ancora la psicoterapeuta. “Gli aspetti più dolorosi sono due: il coming out e il confronto con le famiglie e con la società nei contesti di lavoro o scolastici. A noi si rivolgono infatti anche ragazzi e ragazze che frequentano le scuole superiori. L'altro aspetto da valutare è quello di lavorare sul corpo che non si vuole e in cui non ci si riconosce. Nelle fasi di transizione si procede con la terapia ormonale e ci si prepara a un futuro intervento. Per questo serve la psicoterapia anche perché il cambiamento può sempre portare ad un iniziale stupore. È un percorso che è un'esperienza di integrazione a livello fisico e psicologico”.

Se su questo fronte dunque l'obiettivo è quello di arrivare a convenzioni con il pubblico, il centro spiega ancora la sua fondatrice che la realtà l'ha creata con il counselor relazione e consulente sessuale Luca Battaglia, ha deciso di mettersi in prima linea anche per un'altra sfida: quella del riconoscimento di quelle persone che comunemente chiamiamo “fluide” e che cioè o non si riconoscono in nessun genere (uomo-donna-trans) o che comunque, spiega ancora Capuano, “hanno un non binarismo più particolari per cui non riconoscono alcune parti del corpo come coerenti con il proprio sesso biologico e che ad esempio se volessero fare una mastectomia, ma non cambiare identità sessuale a livello legale, non possono farlo perché manca il principio di coerenza richiesto dalla nostra legislatura. Vogliamo lavorare al riconoscimento del non binarismo di genere”.

Questa dunque la particolarità di questa nuova realtà dove i servizi offerti sono diversi, ma che si caratterizza proprio per essere la prima a promuovere l'accompagnamento in un percorso tanto complesso quanto, per chi decide di intraprenderlo, necessario.

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