Grazie al dna si è dato un nome a una delle vittime mai identificate della tragedia di Marcinelle: era un giovane padre di Alanno
A riportare la notizia è l'agenzia Ansa: si tratta di Dante Di Quilio, quando morì aveva 27 anni
Si chiamava Dante Di Quilio, era nato ad Alanno il 10 novembre 1928 e l'8 agosto del 1956, a soli 27 anni trovò la morte a Marcinelle. A casa aveva lasciato una moglie e due figli. È l'ultima delle vittime riconosciute grazie all'esame del dna, ma ne restano ancora 13 cui dare un nome. Tutti sono sepolti nel cimitero dei minatori del Bois du Cazier proprio a Marcinelle. A riportare la notizia è l'agenzia Ansa.
Una ferita mai rimarginata con l'Abruzzo e in particolare Manoppello che di vittime ne contò 23 sulle 60 abruzzesi, che ogni anno ricorda quegli uomini che per mantenere le proprie famiglie emigrarono e andarono a lavorare in quella miniera che divenne la tomba di 262 minatori, 136 dei quali italiani.
Una tragedia immane che, ha avuto modo di ricordare proprio in occasione delle ultime celebrazioni in memoria delle vittime di Marcinelle il presidente onorario dell'associazione Ambasciatori della fame Geremia Mancini, l'allarme lanciato dal giovane Jean Van Lierde fosse stato ascoltato. Fu lui a lanciare l'allarme sulla pericolosità di quella miniera e nel 1953, ha ricordato Mancini, “ebbe il coraggio di pubblicare un piccolo opuscolo nel quale descriveva le umilianti condizioni di lavoro dei minatori e la pericolosità di quella che lui definiva la 'tomba della dignità umana'. Parlando dei minatori e delle loro famiglie diceva: 'una volta qui sotto sono trattati come bestie”.
A 66 anni da quella tragedia per chi lo ha perso così presto è arrivato almeno il momento di poterlo piangere con un nome scritto sulla tomba.