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Dal confine ucraino alla Polonia: così tre volontari delle Misericordie abruzzesi portano in salvo le persone più fragili

Si chiamano Lorenzo Tomei, Nello Bongrazio e Chiara Morganti, sono loro a mettere in salvo le persone con gravi patologie portandole dal confine ucraino alla Polonia: "Perché lo facciamo? L'unica risposta è che non possiamo lasciare sole queste persone"

“In molti qui in Polonia quando ci incontrano ci fermano e ci chiedono perché lo facciamo. L'unica risposta che possiamo dare è che non possiamo lasciare sole queste persone”. Bastano queste poche parole per capire il grande cuore dei volontari della Misericordia che da domenica si muovono dalla Polonia verso i confini ucraini e ritorno, per mettere in salvo le persone più fragili, quelle che hanno bisogno di cure per malattie gravi. Cure che con i bombardamenti non possono più ricevere e che oggi grazie a la Cross (Centrale remota operativa per il soccorso sanitario) riescono a proseguire in Italia: anche a Pescara. A parlare con noi è Lorenzo Tomei, specializzando di anestesia e rianimazione, volontario di Avezzano e compomodulo Disevac (un modello d’intervento per l’evacuazione sicura e protetta di soggetti 'special care' nelle aree sicure) dei volontari delle Misericordie presenti in Polonia. Accanto a lui, mentre parliamo in videochiamata, ci sono i compagni di questa incredibile avventura. Volontari che arrivano da tutta Italia. Tra di loro ci sono anche Nello Bongrazio e Chiara Morganti che i volontari li fanno per la Misericordia di Alanno. La missione di questo speciale team abruzzese durerà una settimana, ma dalle loro voci è facile capire come esperienze come questa ti cambino la vita.

Sono stati loro ieri a portare in aeroporto i quattro ragazzi che con il volo della guardia costiera organizzato dalla protezione civile abruzzese, sono arrivati in Italia. Due di loro, che lottano contro patologie oncoematologiche, le cure le porteranno avanti nell'ospedale di Pescara. Ad accompagnarli, ci racconta Tomei, alcuni parenti. Ad aiutare i ragazzi della Misericordia c'è un' interprete, ma per certe sensazioni non servono parole. “Erano molto giovani, ci hanno ringraziato. Sono riconoscenti ed emozionati. Parliamo di persone che vengono da situazioni al limite”. Il loro compito è trasportali dal confine ucraino in Polonia, ma quel viaggio è molto di più. “Sono tutte persone che fuggono dai bombardamenti, si raccolgono a Leopoli, arrivano da tutta l'Ucraina”, spiega ancora Tomei che sottolinea come vederle, certe scene, ti lascia qualcosa che non puoi più dimenticare. Un monito per chi, a furia di guardare la televisione, rischia quasi di abituarsi ad un orrore cui al contrario non ci si dovrebbe abituare mai. “Veniamo da tutta Italia, da tante regioni e sin dai primi giorni ci siamo legati in una maniera incredibilmente intima – aggiunge parlando del rapporto che è nato con tutti i compagni di questa esperienza difficile, ma unica -. Resteremo uniti per sempre”. Oggi i tre volontari abruzzesi sono a Medyka dove stanno aspettando l'arrivo di un bambino e sua madre. Un bambino fragile che ha bisogno d'aiuto e il cuore d'Abruzzo ha teso la mano fin lì per dargli un posto sicuro e la certezza di poter continuare la sua guerra personale con chi, una volta in Italia, si prenderà cura di lui.

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