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Venerdì, 29 Marzo 2024
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La lettera di Noemi, 7 anni, all'Ucraina: "Spero che questa guerra possa finire subito"

La piccola l'ha portata ad Anastasiia Kiselova, giovane ucraina che, da sola, è riuscita a creare una rete di solidarietà che ha portato beni e quella lettera, oltreconfine: "Con l'umanità possiamo sconfiggere ogni orrore. Grazie!"

“Ciao sono Noemi, una bambina di 7 anni italiana, spero che queste cose ti possano servire e spero che questa guerra possa finire subito. Spero che te ti possa salvare. Ciao ucraino/a”. E' la lettera che sabato è partita da Montesilvano insieme ad un camion di aiuti frutto di una vera gara di solidarietà partita dal basso. Una lettera piena di colori e cuori, persino il numero di telefono scritto in calce e un messaggio su facebook, privato, in cui la piccola rassicura: “casa mia è casa tua”. Mentre ce lo legge, quel messaggio sulla sua posta social, ad Anastasiia Kiselova la voce si spezza per l'emozione. Lei, senza saperlo, l'avevamo già incontrata subito dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. L'avevamo intervistata in piazza Salotto, dove la incontriamo anche oggi. Da lì aveva lanciato un messaggio di pace e sostegno. Da casa sua, subito dopo, ha organizzato una piccola raccolta di beni. Una cosa tra amici e un ringraziamento, a loro, sul suo profilo. Quel post è diventata il simbolo di un'umanità che arriva prima degli appelli, che si muove perché, nel bene, ci credo. E' così che un semplice "grazie" si è trasformato in una vera e propria catena della solidarietà. Da quel momento il telfono di Anastasia "ha praticamente preso fuoco", ci racconta lei stessa senza trattenere l'emozione.  d“Mi hanno iniziata a chiamare tante persone che non conosco”. Da lì il messaggio si è esteso e altri suoi amici, in altre regioni, si sono uniti alla sua ricerca di solidarietà e l'umanità ha risposto: casa di Anastasia è diventata un vero e proprio deposito di provviste, coperte, materassi e tutto ciò che può servire a chi oggi cerca di fuggire dalle bombe. Così come le case di chi, in altre parti d'Italia, l'ha sostenuta. Una umanità che ha i colori di tutto il mondo perché a donare, ci racconta, sono stati non solo tanti pescaresi, montesilvanesi e italiani, ma anche un gruppo di ragazzi africani che ha voluto donare e, come loro, una nonna venezuelana che i vestiti che aveva preparato per i suoi nipoti che vivono in un Paese dove le difficoltà sono tantissime, ha deciso di mandarli ai piccoli ucraini alle prese non solo con il dramma di una guerra che li separa dagli affetti più cari, ma anche con la morsa del gelo e senza più un rifugio sicuro.

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“Vedere così tanta umanità – ci racconta ancora Anastasia -, mentre uccidono la mia terra e il mio popolo, mi ha fatto capire che nonostante tutto l'umanità e il cuore esistono”. Da sola, con un semplice grazie sui social, la giovane ucraina è riuscita a riempire un camion. Tutto è stato spedito grazie alla Croce Rossa e tutto, ci racconta, è arrivato a destinazione per essere consegnato nelle città dove le sofferenze sono maggiori. “Sono infinitamente grata, sono sconvolta da tanta generosità. Da chi mi ha dato anche solo un abbraccio, a chi ha donato, tutti hanno voluto esprimere la loro vicinanza. Qualcuno mi ha detto che questa non è una guerra tra popoli, ma una guerra tra la luce e l'oscurità. Io credo che tutti insieme possiamo cambiare la storia non solo in Ucraina, ma dovunque ci siano guerra e distruzione. L'umanità può farlo. Voi oggi – conclude – avete salvato davvero tante vite”.

La raccolta "dal basso" della giovane ucraina Anastasiia Kiselova

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