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All'alberghiero la giornata di sensibilizzazione sui rischi della rete: "Le famiglie devono vigilare sui ragazzi"

Il commissario Manuela Carulli (centro operativo sicurezza cibernetica): "Bisogna conoscere le regole di utilizzo della rete, che dev’essere uno strumento a nostro servizio"

Si è tenuta oggi all'istituto alberghiero De Cecco l’ottava edizione del ‘Safer Internet day 2023 - giornata internazionale di sensibilizzazione sui rischi della rete’, promossa e organizzata dal Club Service Kiwanis Italia San Marino, con la partecipazione di 45 scuole di tutta Italia e un collegamento on line con 350 classi e oltre 7mila studenti. “La nostra vita oggi è interamente on line perché noi la mettiamo on line e ci esponiamo al rischio di diventare vittime di cyberbullismo. Per scongiurare quei rischi basta conoscere le regole di utilizzo della rete, che dev’essere uno strumento a nostro servizio. Compito delle famiglie è quello di vigilare, compito della scuola è supportare tale vigilanza e, quando si viene a conoscenza di un ‘caso’, denunciare”, ha detto Manuela Carulli, commissario capo del centro operativo per la sicurezza cibernetica di Pescara.

“La giornata internazionale di sensibilizzazione sui rischi della rete si celebra oggi in 100 paesi del mondo – ha sottolineato la dirigente scolastica Alessandra Di Pietro – con l’obiettivo di dare ai ragazzi gli strumenti per difendersi dagli attacchi della rete, dunque promuovere un uso consapevole della rete stessa affinchè sia uno strumento utile, positivo, e prevenire i fenomeni di bullismo e cyberbullismo. Oggi compito della scuola è quello di creare e crescere studenti che siano ‘cittadini digitali’, capaci di difendersi dalle bufale on line, dalle fake news, ma che al tempo stesso siano capaci di sfruttare i vantaggi del far parte di una web comunity”. 

“Anche i genitori hanno una responsabilità – ha affermato la garante regionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, Maria Concetta Falivene – Siamo noi adulti che carichiamo in rete contenuti discutibili, siamo noi genitori che abbiamo il dovere di sorvegliare su cosa i nostri figli guardano sulla rete”. Lo psicoterapeuta Fabio Gardelli ha poi concluso: “Il cyberbullismo nasce sempre da una discriminazione, dalla paura del diverso, per colore, razza, religione, nazionalità. A fronte di tali fenomeni vanno sempre ricercate le cause, cercando di lavorare con il bersaglio, ovvero il bullo, e sulla vittima, per aiutare quest’ultima a difendersi dalle conseguenze psicologiche che possono avere effetti drammatici”.

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