Il generale Angiolo Pellegrini agli studenti dell'Alberghiero De Cecco per il premio Borsellino: "Restate sempre liberi"
Il generale è intervenuto durante il primo incontro sul tema "L’Eredità di Falcone e Borsellino", promosso nell’ambito del XXV Premio Nazionale "Paolo Borsellino"
Primo incontro all'Alberghiero De Cecco di Pescara per il tema "L'eredità di Falcone e Borsellino" nell'ambito del XXV Premio nazionale "Paolo Borsellino". Protagonista il generale Angiolo Pellegrini che si è rivolto agli studenti e alla platea parlando di liberà, legalità e lotta alla mafia e alla corruzione. Presenti il procuratore aggiunto di Pescara Anna Rita Mantini, Daniela Puglisi per l’Ufficio Scolastico provinciale, Francesca Martinelli volontaria e tra i promotori del Premio oltre alla dirigente scolastica Alessandra Di Pietro.
Tra gli ospiti in platea il comandante della Capitaneria di porto Salvatore Minervino, il presidente dell’Associazione Nazionale Polizia Penitenziaria in pensione Antonio Mariani, il garante regionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza Concetta Falivene, l’avvocato Orecchioni esperto di legalità, il docente Don Antonio De Grandis presidente del Tribunale Ecclesiastico, il prefetto emerito Vincenzo D’Antuono, il presidente dell’Associazione Nazionale Cavalieri del Lavoro Annamaria Di Rita, il sindaco emerito Marco Alessandrini, e gli studenti delle classi IV indirizzo Accoglienza sezione E, classi V indirizzo Enogastronomia sezioni C ed E, indirizzo Sala e Vendita sezione C.
La Di Pietro ha parlato dell'importanza di mantenere viva la memoria sulle stragi di mafia, con i testimoni e protagonisti di quegli anni, per parlare non solo della criminalità in senso generale ma anche dell'indifferenza davanti alla corruzione. Il generale Pellegrini ha dichiarato:
“La mafia a Palermo era più forte dello Stato e a un certo punto pensò di poter sfidare lo Stato senza avere conseguenze. In quegli anni ero a Reggio Calabria e mi venne annunciata la costituzione di un pool antimafia a Palermo dove avrebbero voluto la mia presenza, non ero molto convinto, ma ho accettato. Era il periodo dei corleonesi, di Michele Greco, feci la mia scelta e mi avvicinai all’Ufficio Istruzione. Nel frattempo è nato il pool con il giudice Chinnici, con il capo della Mobile Ninì Cassarà con il quale ho scritto per 44 notti il primo rapporto sulla mafia. Ucciso il giudice Chinnici, arrivò Caponnetto che continuò le funzioni del pool. Poi il colpo di fortuna, ossia un mafioso che si è pentito e siamo volati in Brasile con Falcone per portare in Italia Buscetta, con 300 pagine di verbali e Buscetta che ha confermato 2-3 anni di indagini, ovvero ha confermato che avevamo capito cos’era la mafia.
Poi arrivò la notte di San Michele del 1984 con 366 mandati di cattura a carico di altrettanti mafiosi e si arrivò al maxiprocesso, con Falcone e Borsellino che si ritrovarono all’Asinara e i 30 volumi di sentenza-ordinanza terminati con 19 ergastoli, 2.265 anni di reclusione, poi l’appello e la Cassazione, ma c’era la politica collusa che si era rivolta a Salvatore Riina al quale avevano assicurato che non ci sarebbe stato il processo.
Oggi sappiamo che Cosa Nostra esiste, la Mafia esiste come struttura e siamo riusciti a dimostrarlo dopo dieci anni di battaglia”.
Il procuratore Mantini ha parlato della corruzione in Abruzzo soprattutto nel settore edile:
"Io non sono riuscita a girarmi dall’altra parte e oggi i segni di quell’avventura investigativa e giudiziaria li porto con me, per due anni ho avuto una scorta, che ha avuto conseguenze anche sulla famiglia, sui miei figli. Ma so di aver fatto ciò che ogni procuratore dovrebbe fare in un territorio che è funestato dalle più grandi discariche l’Europa, ovvero presidiare il territorio, seguire il percorso dei soldi quando non sappiamo da dove arrivano.
Poi il ruolo della politica, che è un elemento positivo in sé, ma quando vi accorgete che ci sono delle penetrazioni dei luoghi del potere, dentro la Asl, dovete sempre avere il coraggio di segnalare, non dobbiamo assuefarci ad accettare in maniera omertosa una verità che non ci piace. Purtroppo negli ultimi anni anche la Procura ha avuto un crollo di credibilità, è super attaccata, che significa rendere la magistratura più fragile, eppure la magistratura non è il terzo potere, ma è parte del contesto costituzionale, piuttosto è un potere diffuso. Uno dei settori economici più esposto al rischio di infiltrazioni mafiose è quello enogastronomico, pensate che in periodo di pandemia, quando tutto era chiuso, sono nate in Abruzzo tante imprese del settore, con un saldo positivo e questo è un segnale d’allarme”.
Durante la giornata il docente e attore Edoardo Oliva ha letto un brano del libro di Pellegrini, a chiudere l’incontro sono state le domande degli studenti e dei docenti e a fine incontro la responsabile del Premio Martinelli ha annunciato che tra i premiati della XXV edizione ci sarà, quest’anno, la professoressa Rosa De Fabritiis.