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Fondazione Gimbe: "Vaccino antinfluenzale raccomandato, ma in Abruzzo manca per una persona su due"

Come segnala l'agenzia Dire, la convivenza tra Sars-CoV-2 (Covid-19-Coronavirus) e virus influenzali pone due ardue sfide per ridurre il sovraccarico del Servizio Sanitario Nazionale (Ssn)

La fondazione Gimbe raccomanda il vaccino antinfluenzale ma segnala come in Abruzzo non sia disponibile per una persona su due. 
Come segnala l'agenzia Dire, la convivenza tra Sars-CoV-2 (Covid-19-Coronavirus) e virus influenzali pone due ardue sfide per ridurre il sovraccarico del Servizio Sanitario Nazionale (Ssn). 

La prima è potenziare l'attività di testing dei soggetti con sintomi simil-influenzali, in particolare tramite tamponi rapidi, la seconda è estendere le coperture della vaccinazione antinfluenzale.

La disponibilità nazionale è di 17.866.550 dosi, con notevoli variabilità regionali:

  • 7 Regioni e 2 Province autonome, con le scorte disponibili, possono raggiungere coperture inferiori al 75% della popolazione target per età: Provincia autonoma di Trento (70,2%), Piemonte (67,9%), Lombardia (66,3%), Umbria (61,9%), Molise (57,1%), Valle d'Aosta (51,5%), Abruzzo (49%), Provincia autonoma di Bolzano (38,3%), Basilicata (29%);
  • 12 Regioni si sono aggiudicate un quantitativo adeguato di dosi per raggiungere la copertura del 75% della popolazione target per età. Ma la disponibilità di dosi residue per la popolazione non a rischio è molto variabile: Puglia (1.084.634), Lazio (926.291), Sicilia (256.796), Toscana (225.661), Campania (217.252), Calabria (100.273), Sardegna (96.113), Veneto (49.712), Liguria (38.501), Emilia-Romagna (9.980), Friuli-Venezia Giulia (5.218), Marche (5.022).

Limiti. L'analisi della Fondazione Gimbe si basa sulle dosi acquistate tramite bandi di gara, ovvero da informazioni fornite direttamente dalle amministrazioni regionali al 24 settembre. Considerato che diverse Regioni si sono attivate per recuperare dosi ulteriori di vaccino non si può escludere che le disponibilità possano aumentare in relazione a:

  • applicazione del quinto d'obbligo con incremento sino al 20% del numero di dosi aggiudicate;
  • procedure negoziate senza pubblicazione di bando o condotte in privativa (concluse o in corso);
  • eventuali dosi approvvigionate e redistribuite dal Ministero della Salute.

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