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Mercoledì, 27 Settembre 2023
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In consiglio di Stato l'ultimo atto della vicenda "filovia" e per il comitato strada parco il finale non è scontato: "Fiduciosi"

Si è svolta a Roma l'udienza di merito la cui sentenza dirà se alla fine l'infrastruttura si farà o meno. Gli avvocati delle parti in causa hanno difeso ognuno per le proprie ragioni, ma per il vicepresidente del comitato Maurizio Biondi il fatto che il presidente del collegio giudicante abbia definito la vicenda "molto complessa" è un segnale positivo

Una vicenda “molto complessa”. Così ha definito quella della filovia il giudice Francesco Caringella che ha presieduto l'udienza di merito sulla vicenda tenutasi a Roma, nella sede del consiglio di Stato. Un ultimo atto che si formalizzerà come tale con la sentenza che arriverà nei prossimi giorni o settimane, questo è difficile dirlo. Al di là dei tempi sarà comunque questa a dire una volta per tutte se l'infrastruttura di cui si parla da ormai trent'anni si farà o non si farà e sulla conclusione della vicenda certezze non ce ne sono. 

A sostenerlo parlando con IlPescara è il vicepresidente del Comitato strada parco bene comune Maurizio Biondi dopo aver interloquito con l'avvocato Matteo Di Tonno, anche lui raggiunto dal nostro giornale. Il legale è chiaro: la sospensiva con cui proprio il consiglio di Stato ha concesso la ripresa dei lavori non sarebbe in alcun modo determinante sulla sentenza che lo stesso deve ancora scrivere.

“La mia sensazione – afferma Biondi – è che l'esito potrebbe riconoscere tutte le nostre ragioni”. Per lui il fatto che il vicepresidente del collegio giudicante abbia aperto l'udienza con una relazione nel corso della quale si sarebbe soffermato in particolare sui quattro aggettivi con cui il Tar (Tribunale regionale amministrativo) ha definito il “Nulla osta tecnico” ministeriale sulla sicurezza, è un segnale positivo. Gli aggettivi cui fa riferimento sono perplesso, dubitativo, condizionato e ipotetico: quelli che hanno fatto sì che il Tribunale amministrativo la ragione la desse proprio ai cittadini imponendo lo stop dei lavori ripresi però con l'annullamento della sospensiva concesso poi dal consiglio di Stato.  

Sì, sottolinea l'avvocato Di Tonno, i lavori sono ripartiti, "ma non sono stati invasivi come si immaginava". Questo forse perché comunque l'attesa per quella sentenza c'è anche da parte di chi dell'esito si è sempre detto certo. Per l'amministrazione, infatti, tutto finirà in suo favore e di questo il sindaco si è sempre detto sicuro facendo leva proprio su quella prima decisione con cui il consiglio ha concesso al cantiere di ripartire. Tanta sicurezza per il comitato è solo un atto di "arroganza" torna a dire Biondi che nel merito della posizione della controparte non vuole entrare.

Proprio quei trent'anni trascorsi da quando sulla strada parco doveva passare la filovia sarebbero una delle chiavi in favore delle ragioni del comitato, prosegue Biondi parlando anche di quanto sostenuto in aula dal loro legale. “Parliamo di un percorso di sei chilometri e pensare che a bloccare l'opera possa essere stato il solo intervento dei cittadini riunitisi nel comunicato non è immaginabile. È evidente che ci sono delle ragioni tecniche per cui ad oggi resta un'opera resta incompleta ed incompiuta”.

Ragioni di uno e ragioni dell'altro. In aula erano presenti i legali di Comune, Regione, ministero delle Infrastrutture e Tua. Nelle memorie difensive i motivi della controparte per cui quell'opera va fatta e che dimostrerebbero come ogni atto fin qui promosso, nulla osta ottenuto dal ministero incluso, avrebbero tutti il profilo della legittimità.  

Per Biondi resta il fatto che “ai rilievi tecnici fatti dal Tar a quel nulla osta il ministero non ha mai risposto” e questo elemento insieme alla relazione fatta dal presidente del collegio giudicante del consiglio di Stato nell'udienza di merito e le ragioni addotte dall'avvocato che porta avanti la battaglia del comitato, farebbero ben sperare. Certo, sottolinea, "un esito processuale non è mai prevedibile, ma siamo ragionevolmente fiduciosi", afferma a nome di tutto il comitato. 

Di parole se ne sono spese tantissime in questi anni. Si sono spese nelle aule, si sono spese nei comunicati, si sono spese nelle manifestazioni e a spenderle sono state tutte le parti in causa. Per qualche giorno o settimana l'unica voce che si potrà ascoltare è quella del silenzio dell'attesa. Attesa che separa quel progetto trentennale dalla sentenza definitiva del consiglio di Stato. Sarà questa a dire se il progetto “Filò” verrà alla luce dopo la trentennale gestazione o se al contrario tramonterà per sempre. A quel punto sapremo chi sarà il vincitore e chi lo sconfitto della battaglia giudiziaria e cioè se la ragione è di chi sostiene che la filovia è fondamentale perché Pescara si proietti in una dimensione europea o di chi invece in quel progetto ha sempre visto un clamoroso errore che se ne sarebbe portati dietro altri, in primis la nuova viabilità su viale Marconi. 

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