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Giovedì, 25 Aprile 2024
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I comitati del no alla Filovia sulla strada parco scrivono a Masci: "Il progetto va sospeso, nessun abuso edilizio dei cittadini"

Ivano Angiolelli, portavoce dei comitati, ha scritto una lettera aperta al primo cittadino per ribadire che non vi è alcun abuso edilizio dei cittadini che vivono a ridosso della strada parco

Il portavoce dei comitati per il no alla filovia sulla strada parco Angiolelli, ha scritto una lettera aperta al sindaco Masci nella quale spiega come non ci sia alcun abuso edilizio da parte dei residenti le cui abitazioni affacciano su via Castellamare Adriatico, ingiustamente accusati di aver occupato con recinzioni condominiali porzioni di marciapiede oggetto di condono edilizo, come certificato nella relazione ufficiale sottoposta all'esame del “Comitato tecnico permanente per i sistemi di trasporto a impianti fissi” che ha espresso parere favorevole al rilascio del “nulla osta tecnico ai fini della sicurezza”, sia pure con l’indicazione di numerose prescrizioni che la stazione appaltante non potrà superare

La vecchia recinzione originale in travetti di cemento, tipica di tutte le ferrovie, compresa quella Adriatica, è perfettamente allineata ai manufatti di costruzione più recente realizzati nel corso degli anni: sul fronte Mare contestato, come pure sul lato Monte.

Una prova certa, che la dice lunga sul grado di approssimazione che ha riguardato l’operato di progettisti improvvisati, capaci di immaginare spazi inesistenti di “pura fantasia” pur di accedere ai finanziamenti Cipe. Come ha potuto la Commissione esperta sottostimare tali leggerezze, ben espressive del peggior investimento pubblico d’Italia?

Angiolelli prosegue sottolineando come gli animi siano molto agitati, ricordando che i cittadini di certo non perderanno e stravolgeranno le consolidate abitudini di vita conseguite in un trentennio.

A vantaggio teorico di un filobus “pionieristico” che, con la marcia autonoma ordinaria disponibile di soli 4Km, non potrà rendere alcun servizio utile al trasporto rapido collettivo di area vasta interprovinciale.
Lo stesso direttore generale del tpl del Mims Angelo Mautone, ammette candidamente nel frontespizio del rocambolesco provvedimento assunto il 30 novembre scorso anno, l’esigenza surreale di prevedere una stazione di ricarica al capolinea di Montesilvano se si vorrà coprire in sicurezza l’anello di 4.1km ai limiti delle prestazioni in marcia autonoma dichiarate come ottimali dal produttore del veicolo futuristico.
Un paradosso, che vale 31 milioni di Euro buttati alle ortiche.

Quel tipo di vettore, spiega Angiolelli, avrà poco di innovativo e non può essere confrontato con il metromare di Rimini che corre su un percorso interamente elettrificato e protetto, con marciapiedi ampi:

Le banchine sono diventate addirittura 25, rispetto alle 15 di Rimini, dove il percorso è più lungo di due Km. È svanita nel nulla la “via guidata”, insieme all’accostamento a raso alle banchine di fermata, tutte da smantellare e ricostruire all’altezza standard di 15 cm, cosicché il dislivello di 19cm sarà coperto da una pedana ribaltabile da azionare manualmente dal conducente.

Un mastodontico tram su gomma, goffo e lento, impiegato a incastro su un’infrastruttura inaccessibile ai portatori di disabilità, che non potrà mai superare indenne la lunga fase dei collaudi Ustif. Senza considerare la sostenibilità economica dell’impianto, fortemente passiva in assenza dell’indispensabile parcheggio scambiatore Nord, mai progettato e realizzato.

Per questo, i comitati continuano a chiedere la sospensione del progetto, cercando soluzioni alternative davvero innovative, più sostenibili dal punto di vista ambientale ed economico.

Con i migliori auguri per le imminenti festività di Pasqua, resto in attesa di un cortese cenno di riscontro rassicurante e, intanto, porgo i saluti più cordiali e deferenti.

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