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Denuncia Fiab: buche e residui dello sfalcio nella zona sud sono un rischio per i ciclisti e non solo [FOTO]

La sezione pescarese della federazione italiana ambiente e biciclette racconta le disavventure di un amante delle due ruote e un'automobilista oltre al fenomeno del "littering" e chiede spazi congrui per le utenze deboli quando lo svincolo della Ss16 sparità

La Fiab Pescara si scaglia contro la massiccia presenza di buche nella zona sud della città e per la precisione all'uscita della statale 16 in direzione sud i e il fenomeno del cosiddetto “littering”, ovvero la presenza di una coltre diffusa di rifiuti, spiega in una nota, causata dalle operazioni di sfalcio che in questi giorni hanno interessato il tratto che costeggia la riserva dannunziana e che va dal bivio di via Silone fino a quello con via Pantini.

Nel primo caso due gli episodi denunciati dalla federazione. Il primo ai danni di un ciclista che sarebbe caduto a causa di una delle buche “che costellano la Ss16 appena fuori il sottopasso ferroviario che precede la rotatoria per San Silvestro in direzione sud. La ruota di alluminio della bici non ha retto al colpo e lui, rovinato a terra, deve essersi fatto molto male all'omero destro”, fa sapere la Fiab. A cedere, denuncia ancora, anche la ruota sinistra anteriore di un'auto che venerdì 2 settembre intorno alle 18, “lasciandosi alle spalle via della Bonifica, ancora in direzione sud, ha preso letteralmente in pieno un profondo fosso nell'asfalto, molto probabilmente generato dalle violenti piogge dei giorni scorsi. 'Andavo troppo piano' ha detto il conducente, fermo al lato della strada a controllare i danni, 'che se ero più veloce, come tutti, ci passavo sopra'. La polizia municipale, allertata per i rilievi, ha posizionato i cartelli di avviso di sinistro. Ma se avesse dovuto sistemare la segnaletica relativa alle buche, avrebbe dovuto recintare quasi l'intero tracciato, se non per le auto, sicuramente per i ciclisti, e non solo di quel tratto di strada, ma di tanti tanti altri”, prosegue la Fiab.

La Fiab denuncia i rischi per ciclisti e non solo causati dalle buche e il fenomeno del "littering" nella zona sud

E proprio questa via nasconde quel fenomeno di cui parla: il littering. “In questi 200 metri di percorso, interni al perimetro della riserva dannunziana, dal bivio con via Silone fino a quello con via Pantini, zona auto-demolitore, in totale assenza di marciapiedi, è stato appena effettuato lo sfalcio dell'erba, operazione che si ripete periodicamente. Non si tratta di cura del verde, ma di interventi sporadici, per cui agli operatori sfugge la presenza su entrambi i lati della strada di un coltre diffusa di rifiuti (si dice 'littering); usando falciatrici tradizionali senza aspirazione non fanno altro che frantumarli ulteriormente e sparpagliarli tutt'intorno. Il risultato finale è una coltre di plastica, carta e metalli spezzettati che si mischiano e ricoprono l'intero manto di erba. Chi transita un auto non vede nulla, né si interessa dell'intorno, ma ciclisti e pedoni hanno la possibilità di osservare da vicino il territorio attraversato e di percepirlo con tutti i sensi, a partire dalla vista.

Inoltre, i ciclisti che, come spesso capita, hanno la necessità di continuare verso sud su questa strada, soprattutto nei momenti di maggior traffico, vivono la disavventura di ritrovarsi incastrati tra una doppia fila di auto, quella sulla stessa Ss16 e l'altra che si forma all'uscita della circonvallazione, colonne che poi si uniscono fuori dal sottopasso, in prossimità della rotatoria. Eppure – denuncia ancora la Fiab - qui non c'è il divieto di transito per le bici, ma al contempo non c'è poi nulla che agevoli o per o meno tuteli il loro passaggio. Tra non molto, come previsto, questo tratto terminale di superstrada verrà abbattuto. Sarebbe quanto meno doveroso da parte di progettisti e amministratori, se si vuole stare dentro il solco della sostenibilità a cui la rimozione dell'opera rimanda, prendere in considerazione e quindi prevedere spazi riservati e sicuri per le utenze deboli, da anni colpevolmente escluse da questi luoghi, con l'accortezza di curare i futuri scenari di transito con l'ottica di chi si muove lentamente e che quindi guarda l'intorno del suo procedere con occhi più attenti e assolutamente meno distratti di chi si sposta in auto, che vive una sola dimensione del viaggio, quella temporale. Ne guadagnerebbe sicuramente la qualità del territorio”, conclude.

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