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In consiglio comunale un minuto di silenzio per Giulia Cecchettin, la 22enne di Vigonovo vittima di femminicidio

A chiederlo la presidente della commissione comunale Pari opportunità Maria Luigia Montopolino. A livello regionale riparte il dibattito sui progetti di legge all'educazione affettiva a il "Reddito di libertà" in fase di discussione, mentre in Comune vanno avanti le iniziative contro la violenza sulle donne. Sull'episodio anche l'intervento della responsabile del dipartimento Famiglia di Fratelli d'Italia

Un minuto di silenzio per ricordare Giulia Cecchettin, la 22enne di Vigonovo (Venezia) per il cui femminicidio è indagato l'ex fidanzato Filippo Turetta arrestato in Germania dopo una settimana in fuga. Si è aperta così la seduta di lunedì 20 novembre del consiglio comunale su richiesta della presidente della commissione comunale pari opportunità Maria Luigia Montopolino.

Il centocinquesimo femminicidio da inizio 2023. Numeri che fanno impressione con una storia, quella di Giulia, che ha lasciato attoniti e che tutti vorrebbero fosse l'ultima da dover raccontare, ma che difficilmente lo sarà. Una drammatica vicenda che ha riacceso i fari sul disegno di legge nazionale che il governo si appresta a varare e che prevede misure repressive e di prevenzione sempre più stringenti, ma che anche in Regione ha riaperto il dibattito visto che in Regione sono in itinere due proposte di legge sul tema della prevenzione. In Comune, intanto, vanno avanti le iniziative dei “365 giorni 'no' alla violenza sulle donne” che si snodano fino a febbraio e che avranno come evento clou quello del 25 novembre (giornata internazionale contro la violenza sulle donne), al teatro Circus con protagonista la cantante Nina Zilli. 

Profeta (dipartimento Famiglia Fratelli d'Italia): "Troppa indifferenza di fronte a una situazione che degenera"

A intervenire sui fatti di Vigonovo è stata Carola Profeta, responsabile del dipartimento Famiglia per la provincia di Pescara di Fratelli d'Italia che ha parlato di “troppa indifferenza di fronte a una situazione che degenera”. “Un'altra giovane donna strappata alla vita perché aveva deciso, liberamente, di porre fine a una relazione sentimentale. L''ennesima notizia che non avremmo voluto sentire, Giulia Cecchettin trovata morta”, ha detto proprio nel giorno in cui le speranze di vederla tornare a casa sono definitivamente tramontate.

“Il suo ex era ossessivo: lo diceva Giulia, lo dicono le amiche, lo dice persino il padre di lui. Eppure Giulia esce con lui, da sola, per mangiare un panino insieme. Probabilmente una donna pensa sempre: 'non mi farà mai del male', ma ingenuamente e talvolta probabilmente spinta da una grande premura o da un inutile senso di colpa non riesce a captare i segnali”, ha aggiunto Profeta. Di qui il messaggio inviato a tutti i genitori: “dobbiamo educare i nostri figli al rispetto delle donne, ma dobbiamo anche insegnare alle nostre figlie la prudenza. Da mamma ho di nuovo il cuore spezzato. È una mattanza, neanche la mafia ha fatto così tanto scalpore in così poco tempo”.

Critiche le ha rivolte anche alla magistratura che non applicherebbe come dovrebbe, sostiene, le pene previste dalle norme “sempre più stringenti” varate da tutti i governi negli ultimi anni. Quindi la scuola dove i progetti educativi non mancano ma che “talvolta, pur con dei finanziamenti, non vengono presi nemmeno in considerazione a favore di altri progetti discutibili e così il tempo passa e ci si adagia sul nulla quasi senza intervenire a gamba tesa su una situazione preoccupante e che merita di essere attenzionata da subito, anzi è già tardi, ma non è mai tardi per proteggere i nostri giovani da un futuro che non appare semplice”.

“Ormai le donne vittime di femminicidio ci lasciano indifferenti. Come tutte le altre brutte notizie, ci siamo abituati. No io non mi abituerò mai, perché Giulia poteva essere mia figlia, mia nipote, mia sorella, mia amica. Sono vicina al dolore di papà Gino e alla sorella di Giulia, Elena”, aveva quindi concluso.

Paolucci (Pd), Democratiche e Giovani democratici alla Regione chiedono l'approvazione della proposta di legge sull'educazione affettiva

Nel dibattito sono intervenute anche le Democratiche regionali e i Giovani democratici abruzzesi che chiedono di approvare la proposta di legge avanzata dal partito e di cui torna a parlare anche il capogruppo Silvio Paolucci.

Il loro auspicio è che la morte di Giulia “segni un’inversione di tendenza, un cambiamento vero e tangibile. Che sia profondo, e parta dagli uomini nei confronti di loro stessi”. A dirlo sono il segretario regionale del Pd Daniele Marinelli e con lui Marielisa Serone D’Alò, Lorenza Panei e Saverio Gileno, rispettivamente responsabile dei diritti del Partito democratico abruzzese, portavoce delle Democratiche e segretario dei Giovani Democratici.

“È necessario un impegno che sia complessivo, tutte e soprattutto tutti sono chiamati in causa per un’azione che sia incisiva e di lunga durata. Scuola, educazione e formazione vanno mobilitate perché agire attraverso la repressione è fondamentale ma non basta”. Richiamando le parole della segretaria nazionale Elly Schlein che chiede una legge nazionale che educhi al rispetto e l'affettività, tornano a ribadire la necessità di fare la stessa cosa a livello regionale a cominciare dall'Abruzzo chiedendo che la proposta promossa in aula da Paolucci trovi approvazione.

“Il consiglio regionale – sottolinea proprio Paolucci - può trasformare la proposta in legge entro il 2023, dando le coperture per intervenire e la forza di diventare efficace già da gennaio. È una questione di volontà, mai come ora dobbiamo dimostrare di averne, il centrodestra lasci perdere le dispute politiche e punti sui tempi, solo così potremo cominciare un nuovo percorse formando persone più inclusive e facendo prevenzione vera”.

“Mi appello al presidente Marsilio e al Consiglio tutto perché il testo nato dalla collaborazione con la conferenza delle democratiche e i Giovani democratici. La Regione scelga di stare in trincea, facendosi promotrice di una nuova cultura della prevenzione, il più possibile inclusiva e aderente alla realtà, questo c’è scritto nei 6 articoli della proposta che concentrandosi sulla collaborazione interistituzionale rende protagonisti gli istituti scolastici e universitari”. Una proposta di legge con cui si vuole portare l'educazione all'affettività e la prevenzione nelle scuole: “Serve un’azione rapida, bisogna anche chiaramente dire da che parte stiamo – conclude -: non possiamo più alimentare l’inerzia, sdegnandoci ad ogni nuovo caso, perché la volontà senza l’azione è del tutto inutile e non salva vite che possono essere risparmiate”.

Il "Reddito di libertà" e la riforma della legge su Case rifugio e Centri antiviolenza al centro dell'azione della consigliera regionale Marcozzi (FI)

Anche dal centrodestra c'è una proposta per sostenere le donne vittima di violenza è a promuoverla e presentarla nelle corse settimane è stata la consigliera regionale di Forza Italia Sara Marcozzi. Una proposta di legge che è già al varo delle commissioni e con cui si punta a istituire il “Reddito di libertà” per le donne vittime di violenza, ma anche, in linea con i temi d'attualità, l'avvio di percros di di educazione affettiva nelle scuole che coinvolgano studenti, genitori e personale docente e non docente. Progetto di legge, che tra l'altro, prevede anche protocolli d'intesa con l'ordine degli avvocati per patrocinare gratuitamente le cause delle donne che denunciano e per le vittime anche l'esenzione dal pagamento delle imposte regionali.

Marcozzi che intanto è anche a lavoro per riformare la legge regionale sui Centri antiviolenza e le Case rifugio del territorio che ha fatto emergere, nell'ultima commissione, la necessità di programmare almeno in modo triennale gli interventi “così da poter incidere a lungo termine sulle emergenze”, aveva riferito Marcozzi. “Il tutto, chiaramente, con un sostegno economico che sia strutturale e che dipenda da una legge regionale. Nelle ultime leggi di bilancio ho sempre proposto e ottenuto il raddoppio dei fondi già attualmente stanziati, ma dobbiamo accompagnare alla nuova legge un conseguente intervento finanziario”.

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