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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Edoardo Sylos Labini, l'editore di CulturaIdentità che porta a teatro Gabriele D'Annunzio: "E' il simbolo di Pescara, andatene fieri"

Gabriele D'Annunzio e Pescara, intervista a Sylos Labini, promotore dell'associazione CulturaIdentità ed editore dell'omonimo mensile cartaceo in uscita il primo venerdì del mese con 'Il Giornale'

Attore, regista e oggi editore di CulturaIdentità - mensile cartaceo dell'omonimo movimento fondato e lanciato nel febbraio 2018 dal Teatro Manzoni di Milano - in un'intervista rilasciata a IlPescara Edoardo Sylos Labini presenta l'associazione costituita da operatori culturali, artisti, giornalisti, intellettuali e imprenditori "che in un mondo globalizzato vogliono riscoprire il valore dell'italianità". 

CulturaIdentà - la cui associazione ha come scopo la difesa, la promozione e la diffusione dell'identità italiana e la valorizzazione del patrimonio artistico-cultura - il primo venerdì di ogni mese viene distribuito in edicola allegato a Il Giornale

Affascinato dalla figura di Gabriele D'Annunzio, che ha rappresentanto in tutte le salse con ben tre spettacoli teatrali incentrati sulla figura del Vate, Edoardo Sylos Labini replica agli attacchi del centrosinistra sullo spettacolo che il 7 settembre 2019 ha aperto la manifestazione culturale sui 100 anni di Fiume: "Studiate di più".

Eccoci, Edoardo Sylos Labini perché nasce CulturaIdentità

Perché ci siamo resi conto che il settore 'Cultura' in Italia, importante e strategico, fino al manifesto lanciato dal palco del Teatro Manzoni nel febbraio 2018, era stato occupato da una sola parte politica

L'altra, quella di centrodestra, dove era finita?

Semplicemente non aveva avuto un referente politico prima. Guardi ci sono fior di artisti e intellettuali che non si sono mai piegati al pensiero unico della sinistra, del mondo radical chic, ma non hanno mai avuto un referente culturale 

Per colpa di chi

Del mondo politico di centrodestra che dal dopoguerra in poi non si è occupato di un settore così importante

In un certo senso è come se Lei si assumesse questa responsabilità con CulturaIdentità

In un certo senso si, infatti 'CulturaIdentità' è diventato un punto di riferimento per tutta quest'area che non riesce a dialogare con la politica

E ci sta riuscendo?

Credo di si, perché oggi CulturaIdentità dà voce alle diversità che formano il nostro paese. Ci sono una ventina di pagine dedicate ad ogni regione, come se ci fossero tante redazioni regionali che raccontano gli eventi culturali, le attività delle associazioni e anche le battaglie di attualità politico-culturali. 

Labini spostiamoci un attimo su Pescara. Il 7 settembre 2019 ha portato in scena lo spettacolo 'Fiume 1919, città d'arte città di vita' nel corso de 'La Festa della Rivoluzione – d’Annunzio torna a Pescara”, promossa per celebrare i 100 anni dell’impresa del Vate su Fiume. Ricorderà che il centrosinistra in Consiglio comunale l'accusò "di un uso spericolato degli slogan fascisti", e ancora, "di una visione troglodita delle donne" e "di una faziosità politica imbarazzante“. Ricorda?

Fu un insieme di offese, il risultato di un attacco politico strumentale per colpire gli avversari locali e l'amministrazione in carica, su una parabola, quella di Fiume, straordinaria, dove Gabriele D'Annunzio crea una pagina di storia incredibile, di grande apertura e modernità. Mentre i soliti del pensiero unico, della lobby che occupa il settore Cultura, dissero che era uno spettacolo fascista

Oggi, a distanza di alcuni mesi, cosa si sente di rispondere?

Di studiare di più, di non essere figli di quel qualunquismo militante che oggi si consuma in un tweet o in un comunicato stampa. Di farsi un'idea leggendo anche libri che invece detestano

Labini, nel corso della sua carriera ha interpretato D'Annunzio in tutte le salse. Come è nata la sua passione per il Vate?

Nasce perché D'Annunzio è stato il più grande comunicatore della cultura italiana, ha fatto una grande battaglia per rilanciarla, è stato più futurista dei futuristi, ha costruito nel Vittoriale questo museo di pietre vive simbolo e segno della cultura italiana, ha portato avanti quell'ideale risorgimentale umiliato dal dopoguerra in poi. 

Quindi è d'accordo quando il sindaco sostiene che bisognerebbe puntare molto di più sulla figura di D'Annunzio 

Certo, il volto di D'Annunzio è il simbolo di Pescara. I pescaresi dovrebbero andarne fieri. E' il poeta italiano più ricercato su Google nel mondo, più di Dante Alighieri. Ci lascia una grande lezione di poesia. 

Ma oggi Pescara è una città D'Annunziana?

Non mi sembra, potrebbe esserlo molto di più e la manifestazione dell'anno precedente ha dato uno spirito d'unione, di grande festa di città d'arte. E' servita, è stata molto bella e un successo in termini di partecipazione. Pescara qualcosa ha fatto, ora bisogna essere fieri delle proprie radici. 

Stessa cosa per Flaiano?

Certo, bisognerebbe esser fieri di entrambi

Secondo lei cosa dovrebbe mostrare di D'Annunzio Pescara

La grandezza della sua poesia, perché l'unica cosa immortale è l'arte, la poesia. 

Torniamo a CulturaIdentità, come vi state muovendo?

Ogni settimana siamo da qualche parte e promuoviamo le associazioni che si aggregano al nostro network

Chi ne fa parte?

C'è un po' di tutto, tra le firme del mensile ci sono nomi importanti, tra cui Sgarbi e Veneziani, ma anche firme più giovani e controcorrenti del giornalismo italiano

Oggi Lei è più editore che attore

La mia carriera d'attore l'ho messa in secondo piano per portare avanti il progetto di CulturaIdentità, la mia attività principale è quella di editore e promulgatore culturale. Faccio l'attore quando posso

Prima di chiudere apro e chiudo una parentesi, Lei che ha una cultura di centrodestra, oggi se dovesse interpretare un personaggio della sinistra, chi sceglierebbe 

Sicuramente Gramsci, per il quale ho grande rispetto. Penso che la destra italiana dovrebbe recuperare quel gramscismo che la sinistra ha fatto Suo. La forma mentis dell'uomo di destra dal dopoguerra è stata sempre individualista, mentre a sinistra anche anime diverse che si detestavano facevano squadra al momento opportuno

Labini, siamo ai titoli di coda della nostra conversazione. CulturaeIdentità perché?

Perché soltanto recuperando le nostre radici e sapendo quello che siamo possiamo reintegrarci veramente con gli altri. Rispettare le proprie identità è esattamente il contrario del razzismo, accogliere ciò che è diverso ma nel rispetto di ciò siamo. 

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