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Sopralluogo della commissione comunale per la discarica di strada Colle Pizzuto: "Situazione di inconcepibile degrado" [FOTO]

Il sopralluogo della commissione Degrado urbano e Polizia locale si è tenuto nella mattinata odierna, giovedì 23 febbraio

Un incontro urgente, anche via web, con i proprietari dei terreni-discarica di strada Colle Pizzuto per individuare una soluzione condivisa, ma di immediata attuazione, alla condizione di inconcepibile degrado in cui versa l’intera scarpata, di proprietà privata, e, nel frattempo, l’installazione di una telecamera utile a individuare e denunciare coloro che quotidianamente scaricano chili e chili di rifiuti di ogni genere sui terreni, costringendo i residenti a vivere su una collina della vergogna.
Questo quanto deciso oggi (giovedì 23 febbraio) al termine del sopralluogo effettuato dalla commissione Degrado urbano e Polizia locale proprio in strada Colle Pizzuto, al quale ha partecipato anche il maggiore Donatella Di Persio con gli agenti della Polizia locale del settore Ambiente e il funzionario Fausto Di Francesco.come fa sapere il presidente Armando Foschi.

Il sopralluogo, come prosegue Foschi, era stato deciso «per verificare le condizioni indecenti in cui versa l’area, con gravissimi rischi igienico-sanitari, di cui investiremo anche gli organi di polizia, dal prefetto al questore fino all’Arma dei carabinieri della forestale, eventualmente anche chiedendo l’immediato sequestro dei terreni». Lo ha ufficializzato il Presidente della Commissione Degrado urbano e Polizia locale Armando Foschi in riferimento all’esito del sopralluogo che ha visto la partecipazione del maggiore Donatella Di Persio con gli agenti della Polizia locale del settore Ambiente e il funzionario Fausto Di Francesco.

Foschi poi riferisce ancora: «La situazione in strada Colle Pizzuto ha assunto contorni drammatici, oltre a profilarsi una condizione di inquinamento ambientale meritevole di indagine. Per l’ennesima volta i cittadini della zona ci hanno chiamato disperati per quella enorme discarica di pattume che ogni giorno cresce dinanzi alle loro abitazioni, discarica in cui c’è di tutto: dai tubi di metallo alla plastica, a lavatrici, frigoriferi e divani, a sanitari dismessi, con lavandini e servizi vari, mobilio di vario genere, pneumatici distrutti e, infine, quintali di materiali inerti, frutto di ristrutturazioni e manutenzioni e bidoni contenenti olii di ogni genere. È purtroppo evidente che in maniera praticamente sistematica ci sono soggetti che in maniera criminale scaricano i propri rifiuti in quell’area, dove è stata divelta in più punti la rete di recinzione, senza alcuno scrupolo in merito al danno reale che stanno arrecando al territorio né tantomeno alcuna preoccupazione per la salute di chi vive su quella collina. E senza pensare che proprio al di sotto di quella scarpata corre il fosso Vallelunga che assorbe tutto quell’inquinamento oltreché trascinare a valle i rifiuti che puntualmente rotolano dalla scarpata, ostruendo la foce dello stesso Vallelunga. Purtroppo, sino a oggi, dopo le decine e decine di denunce e segnalazioni pure ricevute dagli uffici comunali e dal Comando della polizia locale, abbiamo assistito al gioco del cane che si morde la coda, ovvero: la polizia locale indaga, verifica l’esistenza della discarica, viene emessa l’ordinanza per obbligare i proprietari privati a bonificare i terreni con la rimozione dei rifiuti e a ripristinare la rete di recinzione divelta per garantire la custodia delle superfici con la diligenza del buon padre di famiglia. Ma uno dei proprietari, che di professione è un legale, puntualmente impugna al Tar le ordinanze, paventando il difetto di competenza, ovvero sostenendo di non essere l’autore di quella discarica e anzi di essere la vittima vedendo i propri terreni deturpati da ignoti, contro i quali, a suo dire, l’amministrazione comunale non adotterebbe misure di vigilanza sufficienti. Ma in realtà il Comune non può vigilare su terreni di proprietà privata, né tantomeno può ripulire personalmente, a sue spese quella scarpata, e il risultato è che, a oggi, sembra che si abbia le mani legate e a rimetterci sono i residenti di strada Colle Pizzuto, condizione inaccettabile».

Poi la spiegazione di Foschi prosegue così: «Ora, come ha ribadito il funzionario Di Francesco l’ultima ordinanza sindacale di bonifica risale allo scorso 17 gennaio 2023, notificata via pec ai privati il 18 gennaio, privati che hanno 60 giorni per ottemperare al provvedimento. A oggi i privati non hanno ancora impugnato il ricorso, ma di fatto hanno ancora tempo. Sul tema dunque dobbiamo aspettare il 19 marzo per verificare con gli uffici la presenza o meno di ricorsi: in caso negativo, e se comunque i proprietari non avranno provveduto alla bonifica, gli uffici comunali potranno intervenire con un accertamento e l’avvio del procedimento d’ufficio, come accaduto in precedenza per la rimozione dell’amianto dalle stalle abusive adiacenti alla discarica. Ovvero il Comune sopporterà gli elevati costi della bonifica individuando una ditta specializzata che dovrà anche caratterizzare i rifiuti per la loro rimozione e lo smaltimento differenziati, per poi rivalersi in sede di giudizio nei confronti dei proprietari inadempienti, fermo restando che si innescherà anche un procedimento penale. Ma è altrettanto evidente che tale procedura, seppure andasse tutto liscio, ha i suoi tempi che sono oggi intollerabili per garantire la salubrità degli ambienti e tutelare chi su quella collina ci abita e ne sopporta miasmi e orrori. E allora, mentre Uffici comunali e Polizia locale porteranno avanti la procedura giuridico-amministrativa, la commissione si muoverà in parallelo, innanzitutto chiedendo l’immediata installazione di una telecamera fissa che permetta di fotografare coloro che si recano sulla collina per scaricare le proprie montagne di pattume, per procedere con la successiva sanzione e denuncia penale. Dall’altro lato convocheremo in commissione un tavolo che veda la presenza, anche da remoto, dei proprietari dei terreni per verificare la possibilità di instaurare una collaborazione costruttiva per la soluzione di un problema che riguarda aree private e non pubbliche, proprietari che innanzitutto dovranno intervenire per il ripristino di una rete di protezione dell’area rigida e alta, tale da creare un limite invalicabile e insuperabile. Nel frattempo investiremo del problema, che ha un risvolto anche sulla sicurezza pubblica, il prefetto Di Vincenzo, il questore, l’Arma dei carabinieri con il nucleo forestale per capire quali siano le armi a disposizione utili per risolvere la vicenda, eventualmente anche procedendo con il sequestro delle aree sulle quali, evidentemente, i proprietari non riescono a esercitare un opportuno controllo e custodia. A questo punto riteniamo di poter far partire il conto alla rovescia per restituire a strada Colle Pizzuto e ai suoi residenti la dignità e la serenità del vivere quotidiano».

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