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Il climatologo Di Carlo sulla crisi idrica in Abruzzo: "Provocata dal riscaldamento globale e dalla dispersione nelle reti"

Il professore associato di fisica dell'atmosfera e climatologia dell'università 'D'Annunzio' di Chieti-Pescara interviene nel dibattito riguardante l'emergenza idrica, diventata ormai cronica, nella nostra regione

Sono due le cause principali che, combinate, provocano l'emergenza idrica ormai cronica in Abruzzo. Lo ha detto Piero Di Carlo, professore associato di fisica dell'atmosfera e climatologia dell'università 'D'Annunzio' di Chieti-Pescara che interviene nel dibattito e nelle polemiche riguardanti il problema della carenza d'acqua. Le cause sarebbero attribuibili al riscaldamento globale che prosciuga i fiumi, e alla dispersione idrica nelle condotte che nel 2018 arrivava al 55,6% con reti colabrodo senza manutenzione da ormai trent'anni.

"Il problema vero è che c'è bisogno di pianificazione e di interventi immediati poiché questi eventi saranno sempre più frequenti ed i periodi di crisi idrica saranno sempre più lunghi. Ad esempio progettare oggi la costruzione di un parco o di un giardino non può prescindere dalla considerazione di come si vuole garantire l'innaffiamento, magari con l'acqua della bonifica, non certo con quella potabile. Lo stesso dicasi ad esempio per l'acqua per lavarsi i piedi negli stabilimenti balneari. Sono tutte cose che vanno studiate preventivamente o implementate successivamente, ma vanno realizzate. Allo stesso tempo bisogna recuperare l'acqua piovana e riciclare l'acqua per usi non alimentari, ad esempio per i servizi igienici. Poi, faccio un altro esempio, ormai non è più tollerabile che si possa irrigare il proprio giardino con l'acqua potabile: è una risorsa troppo preziosa".

Ogni anno, ha aggiunto Di Carlo come riferisce l'Ansa, la portata dei fiumi diminuisce con l'aumentare della temperatura media, e la dispersione idrica nelle reti continua a peggiorare, problemi decennali, ventennali, trentennali che ora stanno dando gli effetti più incisivi e visibili e quindi andrebbe usata parte del Pnrr per migliorare le reti idriche a tutti i livelli.
   

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