rotate-mobile
Attualità

Covid, Fazii: "La guerra non è finita, in autunno servirà la quarta dose e forse ci vorrà la quinta"

Il virologo, positivo al virus e il presidente della commissione comunale Ambiente fanno il punto: "Omicron 1 e 2 meno aggressive con chi ha fatto tre dosi, ma i casi sono tanti; si avvii campagna di sensibilizzazione perché gli ucraini si vaccinino"

“La guerra contro il covid-19 è tutt’altro che finita, men che meno è stata vinta: i casi di omicron 1 e 2 sono in netto aumento, con una incidenza e una diffusione molto alte su Pescara”. E' quanto oggi riferito in commissione Ambiente da Paolo Fazii, responsabile del dipartimento di microbiologia dell'ospedale civile di Pescara che, come riferisce il presidente Ivo Petrelli, è intervenuto online essendo lui stesso positivo al virus. Si tratta di varianti molto contagiose, ha ribadito Fazii nel corso del suo intervento e con una sintomatologia meno grave, “ma solo – sottolinea Petrelli riportando quanto detto da Fazii - per coloro che hanno assunto tre dosi di vaccino, mentre per i non vaccinati e i fragili resta il rischio di mortalità. Soprattutto, secondo le previsioni, il virus continuerà a circolare in maniera pandemica ancora per un anno e mezzo e solo dopo, con l’arrivo di ulteriori varianti, potremo dire che diventerà endemico. Per ora persistono i pericoli, derivanti anche dall’arrivo dei profughi dall’Ucraina, dove solo il 30 per cento della popolazione era vaccinato in quanto convinti no-vax – dice ancora il presidente di Commissione -. Ovviamente non possiamo costringerli in tal senso, ma sarà sicuramente utile portare avanti una campagna di informazione e di sensibilizzazione per far loro comprendere i rischi cui si espongono rifiutando il vaccino”.

Fazii ha fatto quindi sapere di essersi contagiato a casa con una delle sue figlie. “Probabilmente ho contratto omicron 2 che è eccezionalmente trasmissibile tramite l’aerosol naturale di un ambiente domestico, perché è chiaro che il distanziamento sociale funziona per gli spazi aperti, ma non quelli chiusi. A Pescara stiamo osservando che si sta registrando in modo importante un picco epidemiologico significativo, con la trasmissione delle varianti omicron 1 e 2, che sono poco patogene sui soggetti che hanno fatto il vaccino, danno pochi sintomi ed evitano l’ospedalizzazione”.” A oggi omicron 2 è presente ed ha un indice di trasmissibilità del 30 per cento in più rispetto a omicron 1, e dobbiamo continuare a combattere avendo in Italia 5milioni di persone non vaccinate o fragili che, seppur vaccinati, rischiano la morte. Su Pescara – spiegano ancora Petrelli e Fazii – abbiamo un numero elevato di contagi, questo perché il virus circola con il freddo e dal 25-26 febbraio sino a due giorni fa abbiamo avuto il periodo più freddo dell’anno che ha creato la condizione ideale per la circolazione del virus. Il vero problema è che da giorni si parla meno di Covid, tema soppiantato dalla guerra in Ucraina, e la gente se non ha il fiato sul collo è meno spaventata”.

Altro problema quello della possibilità di infettarsi anche più di una volta con una delle due varianti “dopo un periodo di copertura immunologica di 9-12 mesi, perché il corpo che ha contratto il virus comunque non riesce a trattenere un numero di anticorpi sufficiente”. “Io stesso ho fatto la terza dose a ottobre scorso, in quanto soggetto a rischio per il diabete, ma evidentemente dopo appena cinque mesi avevo ridotto il numero di anticorpi – aggiunge il responsabile del reparto di microbiologia -. Per ora registriamo a Pescara un numero maggiore di ricoveri in reparto, ma una netta riduzione di presenze in rianimazione-terapia intensiva”. I due spiegano quindi che tra ottobre e dicembre la circolazione del virus tornerà a crescere in modo importante, sebbene con meno malati e meno morti. Cercare di ridurne la diffusione dipende da come ci comporteremo durante l'estate, sottolineano. La raccomandazione è di non abbassare la guardia e l'annuncio “che comunque sarà necessaria anche la quarta dose del vaccino tra ottobre e novembre e probabilmente una quinta dose, o comunque un vaccino annuale”.

La commissione è stata anche l'occasione per fare il punto sui nuovi farmaci e i vaccini. “Attualmente è in circolazione un nuovo farmaco antivirale, che sto usando io – fa sapere Fazii - commercializzato dal 3 gennaio scorso, che interagisce tra nuclosidi durante la replicazione del virus: se preso entro 5 giorni dall’infezione si riduce sensibilmente come malattia grave, se lo si prende dal primo giorno di positività addirittura nel 90-95 per cento dei casi blocca completamente l’infezione. La terapia va fatta per cinque giorni continuativi assumendo 4 capsule ogni 12 ore, che significa almeno 40 capsule, un piano terapeutico che va valutato però dagli infettivologi, che si utilizza con i soggetti a rischio, che dunque presentano comorbilità importanti, come diabete e grande obesità, e in regime di day hospital trattandosi comunque di un trattamento sperimentale. Attualmente sono validi tutti i vaccini in circolazione, riescono tutti a coprire bene dall’infezione, anche se il Novavax si è rivelato un mezzo flop con pochissime dosi somministrate, e non riuscendo a convincere coloro che sino a oggi avevano rifiutato gli altri vaccini per paura”.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Covid, Fazii: "La guerra non è finita, in autunno servirà la quarta dose e forse ci vorrà la quinta"

IlPescara è in caricamento