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Coronavirus, Fazii: "Non faremo tamponi a tappeto ma lavoreremo sui soggetti a rischio"

Per il direttore dell'Unità operativa complessa di microbiologia e virologia, in Abruzzo siamo ancora "sul plateau, vedremo una discesa ma sarà una lenta discesa. Speriamo di poter vedere la fine tra maggio e i primi di giugno"

Paolo Fazii, direttore dell'Unità operativa complessa di microbiologia e virologia dell'ospedale di Pescara, ha spiegato a "Sos Coronavirus" che l'ulteriore dotazione di dispositivi sanitari permetterà, dopo Pasqua, di aumentare ancora il numero dei test con una produttività elevata. L'obiettivo è di ridurre al minimo la permanenza dei pazienti con sospetto di Covid19 nei pronto soccorso e attuare rapidamente il protocollo sanitario in caso di positività.

"L'alta produttività - afferma Fazii - non vuole dire, però, che faremo tamponi a tappeto; cosa che sarebbe, oltre che estremamente costosa, anche del tutto inutile. Si lavorerà su setting particolari di soggetti a rischio come gli operatori sanitari, i detenuti, le forze di polizia, i lungodegenti in Rsa, negli ospizi, i giornalisti o anche gruppi limitati per trovare soggetti asintomatici o paucisintomatici che potrebbero essere fonte di nuovo contagio. Alla somministrazione del tampone si potrebbe accompagnare anche il test sierologico per la verifica dell'immunità".

Sulle tecniche sierologiche avverte, però, "che c'è un dibattito scientifico in corso perché nessuno sa se tale immunità possa durare nel tempo. Certo è che la ricerca sierologica da sola è fuorviante".

Secondo Fazii in Abruzzo siamo ancora "sul plateau, vedremo una discesa ma sarà una lenta discesa. Speriamo di poter vedere la fine tra maggio e i primi di giugno". 

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