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In Abruzzo sempre più suolo consumato, nuovo allarme dell'Ispra

L'Abruzzo è la peggiore regione italiana per aumento percentuale tra il 2019 e il 2020, con altri 246 ettari consumati pari a 350 campi da calcio

È sempre di più il suolo consumato in Abruzzo e l'Ispra lancia un nuovo allarme con l'ultimo rapporto.
Il 35,1% delle aree edificate e infrastrutture (19 mila ettari, pari a 27 mila campi da calcio!) situate in aree a rischio alluvione, il 12,6% a rischio frana e la nostra è terza regione per occupazione della fascia costiera (36,8% del territorio antropizzato nei primi 300 metri dal mare).

La qualità degli habitat è in peggioramento e poi 8 ettari e mezzo antropizzati in più in un solo anno nei parchi nazionali. Perse oltre 200 mila tonnellate di carbonio tra il 2006 e il 2020.

Forum H2o e Stazione Ornitologica Abruzzese: «Altro che sostenibilità, enorme vulnerabilità rispetto ai cambiamenti climatici e si continua a voler costruire come a Pineto e Ortona. Serve stop immediato al consumo di suolo con legge senza deroghe, come suggerisce l'Ispra». Le due associazioni ambientaliste poi analizzano i numeri: «In Abruzzo al 2020 risultano consumati 55.668 ettari di suolo pari al 4,99% del territorio regionale; di questi 246 ettari, pari alla superficie di ben 350 campi di calcio, sono stati antropizzati recentemente tra il 2019 e il 2020. Sono tantissimi i dati contenuti nel ponderoso rapporto "Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici. Edizione 2021" divulgato dall'Ispra in settimana, documento che a nostro avviso tutti gli amministratori e i funzionari di comuni, province, regione, soprintendenze, aree protette ecc. nonché di associazioni (in primis di costruttori), sindacati ecc dovrebbero leggere attentamente per gli enormi risvolti che ha sulla vita della comunità abruzzese. Scrive l'Ispra, sull'aumento di suolo consumato tra il 2019 e il 2020: "In termini di incremento percentuale rispetto alla superficie artificiale dell’anno precedente (tabella 34), i valori più elevati sono in Abruzzo (+0,46%), Molise (+0,37%),  Sardegna (+0,32%) e Veneto (+0,31%)". Tra l'altro, scrivono i ricercatori: "Molise e Abruzzo sono le regioni che presentano valori superiori al doppio del dato nazionale sul consumo di suolo pro capite  rispetto all'aumento di consumo di suolo tra 2019 e 2020 (1,91 m2/ab contro 0,87 m 2 /ab)." Se si amplia il periodo di riferimento prendendo l'arco temporale 2012-2020, l'aumento % di superfici artificiali in Abruzzo è di 2,65 contro una media di 2,13: si tratta della quarta regione italiana per aumento».

Forum H2o e Stazione Ornitologica segnalano che «l'Ispra stigmatizza il fatto che il consumo di suolo continua ad aumentare nonostante la popolazione diminuisca (nella regione si registra, infatti, una diminuzione della  popolazione residente di oltre 6.700 abitanti e un incremento del suolo consumato di quasi 2,5 km2). Nel rapporto infatti si legge che "L’indicatore di consumo di suolo marginale evidenzia  che, in un periodo storico di decrescita della popolazione, regioni con valori alti di consumo di suolo e decrescita demografica restituiscono i valori (negativi) relativi  alla minore sostenibilità. Si tratta ad esempio di Veneto  e Abruzzo con valori negativi oltre il valore nazionale (-368 contro la media di -295 m 2 /ab), sintomo di consumi di suolo elevati a fronte  di decrescite della popolazione." Si continua a trasformare il territorio anche nelle aree protette abruzzesi. Scrivono i ricercatori "Tra il 2019 e il 2020, le aree protette italiane hanno re gistrato un incremento complessivo del consumo di  suolo pari a 65 ettari, dei quali 17,1 sono concentrati  nella regione Lazio e 8,5 in Abruzzo».

«In particolare», aggiungono le due associazioni, «tra tutti i parchi italiani, il Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise è secondo per aumento (4,5 ettari) dopo il Parco dei Sibillini, il secondo peggior dato anche se si tiene conto della superficie (con una densità di consumo di suolo tra il 2019 e il 2020 di 0,9 m2/ettaro). In Abruzzo oltre un terzo (esattamente il 35,1%) del suolo consumato (quindi in gran parte edifici, infrastrutture ecc) è localizzato in aree a rischio alluvione, quasi dieci punti percentuali sopra il dato nazionale. Stiamo parlando di 19.000 ettari (cioè 27.000 campi da calcio!) in aree che possono essere raggiunte da alluvioni. Tra l'altro ben l'8,8% della superficie consumata è nella categoria di maggior rischio (quinta regione in Italia). La cosa sconvolgente è che si continua a consumare suolo proprio in aree a rischio alluvionale, visto che tra il 2019 e il 2020 in Abruzzo ben 30,1 ettari (43 campi da calcio) sono stati modificati nelle zone a rischio (per giunta con un aumento percentuale dello 0,81% maggiore dello 0,73% nazionale). Un po' meglio (si fa per dire) la quota di suolo consumato in aree a rischio frana, con il 12,6% del suolo consumato in una delle varie categorie di rischio, pari a circa 6.600 ettari. Tra il 2019 e il 2020 in Abruzzo si è continuato a consumare suolo anche nelle aree a rischio frana per ben 29,1 ettari, la seconda regione peggiore in Italia dopo il Veneto per aumento percentuale (il dato abruzzese rappresenta in assoluto il 10% del consumo di suolo nelle aree a frana in Italia nel periodo considerato). L'Abruzzo è la terza regione italiana dopo Liguria e Marche per occupazione della fascia costiera entro 300 metri dal mare, avendo artificializzato il 36,8% del territorio in quella fascia! La cosa incredibile è che si continua a consumare suolo proprio in questa fascia visto che tra il 2019 e il 2020 vi è stato un ulteriore incremento dello 0,2% del consumo di suolo, secondo solo a quello del Molise (0,34%)».


Così concludono Forum H2o e Stazione Ornitologica Abruzzese: «Tutti questi dati dovrebbero far riflettere attentamente circa la vulnerabilità della nostra regione rispetto al rischio idrogeologico e ai fenomeni estremi nonché alla questione dell'innalzamento del livello del mare a causa del cambiamento climatico. I dati devono portare, come d'altro lato sottolineato da Ispra, a immediati provvedimenti per fermare il consumo di suolo introducendo vincoli chiari senza alcuna possibilità di deroga. È desolante constatare che si continua pervicacemente a promuovere la cementificazione del territorio, per giunta in aree fragili e lungo la costa come a Ortona, dove la proposta di Piano regolatore intende consentire la costruzione di aree immense con centinaia di migliaia di mc di nuovo cemento scommettendo su un fantasioso aumento della popolazione di 1/3 della città (!) in un comune che già oggi ha una superficie comunale antropizzata ben oltre la già disastrosa media italiana, e a Pineto, dove si vogliono realizzare altri edifici turistici in una delle pochissime aree costiere scampate al cemento».

Il rapporto completo può essere consultato al seguente link: https://www.snpambiente.it/wp-content/uploads/2021/07/Rapporto_consumo_di_suolo_2021-1.pdf

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