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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Il Conalpa si schiera con i cittadini di Moscufo: abbattere una quercia di 80 anni è un grave danno per l'ambiente

Dopo il flash-mob dei residenti, il coordinamento chiede collaborazione all'amministrazione per trovare una diversa soluzione, possibile, e salvare la roverella che non solo è un simbolo per la cittadina, ma ha un valore paesaggistico e ambientale irripetibile

Si mobilita anche il Conalpa Abruzzo (Coordinamento nazionale alberi e paesaggio) per salvare la quercia di Moscufo che, hanno denunciato ieri i cittadini con un flash mob, dovrebbe essere abbattuta per consentire la realizzazione di una rotatoria perché ritenuta pericolosa.

“La splendida roverella storica sulla Statale 151 è stata condannata a morte – denuncia il Conalpa sostenendo la protesta dei residenti -. Una scelta senza senso che va a impoverire il patrimonio arboreo della val Tavo e della stessa area vestina. Il grande albero, da sempre punto di riferimento di questa zona di Moscufo, in prossimità dell’area industriale, ha svolto egregiamente, per più di 80 anni, i suoi servizi ecosistemici per tutta la comunità. La colpa della sua condanna a morte? La nuova rotatoria sull’incrocio e una presunta sicurezza stradale. Certo, stiamo parlando di una delle strade più pericolose e trafficate d’Abruzzo, dove avvengono incidenti spesso mortali, ma bisogna smetterla di dare la colpa sempre agli alberi. Forse bisognerebbe prendersela con la disattenzione e la velocità degli automobilisti”, chiosa il coordinamento. Il Conalpa plaude alla decisione di voler mettere in sicurezza una strada tanto pericolosa, ma, aggiunge, “la nostra associazione non può assolutamente accettare la logica del tabula rasa di tutti gli alberi presenti. Un albero non può essere ritenuto pericoloso solo perché si trova in prossimità di una strada. La presunta pericolosità di un albero dovrebbe essere valutata scientificamente, attraverso analisi strumentali, dettagliate e eseguite da personale altamente qualificato”.

“Un albero di queste dimensioni, sano e in salute, aiuta a combattere il particolato atmosferico – prosegue l'associazione -, contribuisce alla mitigazione della canicola estiva ed è una grande casa per avifauna e biodiversità. Inoltre, questa roverella rappresenta un simbolo del paesaggio agreste locale. E’ un sopravvissuto eccellente che per decenni ha scandito la storia di questi luoghi e allietato la visione di automobilisti e residenti”. Si tratta, insomma, “di un patrimonio che appartiene a tutta la comunità”. Il Conalpa chiede quindi che si lavori tutti insieme, istituzioni, associazioni, esperti del settore, amministratori e addetti ai lavori, per trovare una soluzione alternativa che, precisa, è possibile. Innanzitutto, qualora presenti, sarebbe buona pratica, spiega ancora il Conalpa, procedere alla potatura del secco e di eventuali rami pericolanti. “Poi – prosegue - occorre migliorare lo spazio vitale della pianta e la famosa “rizosfera”. In tal caso il terreno intorno è stato quasi tutto cementificato, a danno dell’albero stesso. Bisognerà intervenire per ripristinare lo stato naturale dei luoghi”. “Abbattere questo storico albero sarà come togliere di mezzo un grande climatizzatore naturale che produce ossigeno, aria pulita, ampia ombra e mitigazione del clima torrido. Insomma, tanti benefici scaturiscono da un albero di questa grandezza. Non si potrà tornare indietro una volta fatto lo scempi”, chiosa li coordinamento.

“Assolutamente fuori luogo la scelta di piantare solo due nuovi alberi come compensazione. In realtà due alberelli giovani non possono eguagliare i servizi ecosistemici di una grande quercia di 80 anni. Per sviluppare tali servizi ecosistemici, in assoluta perfezione, un albero impiega almeno 50 anni tra cure, innaffiature, corretta gestione e così via. C’è sempre un prezzo da pagare, elevatissimo, quando si distruggono i grandi alberi - conclude l’associazione -. In questo caso i danni colpiranno un territorio e una comunità. Ci sarà maggiore inquinamento atmosferico e niente ombra sulla SS-151. I cittadini e i residenti saranno i primi a pagarne le conseguenze. Un appello agli amministratori: si trovino tutte le soluzioni per evitare un simile scempio”.

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