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Chiede chiarezza il comitato dei parenti delle vittime di Rigopiano: "Vogliamo la verità sulle indagini"

Il comitato dei parenti delle vittime del crollo dell'hotel Rigopiano interviene in merito alla questione delle indagini a carico di alcuni inquirenti e dei presunti depistaggi

Serve chiarezza per arrivare alla verità, per onorare al meglio le 29 vittime del crollo dell'hotel Rigopiano e per evitare che la giustizia possa essere la trentesima vittima. Il comitato dei parenti delle vittime di Rigopiano interviene nuovamente con un post su Facebook in merito alla questione delle nuove indagini, aperte dalla guardia di finanza, per accertare l'operato di alcuni degli inquirenti che hanno seguito il caso del crollo della struttura avvenuto nel gennaio 2017.

PARLA UNO DEI SUPERSTITI

I parenti hanno piena fiducia nella Procura, ma sono preoccupati perchè le fasi preliminari dell'indagine non avanzano, e fra dubbi e sospetti temono che possa condizionare l'esito del processo una volta iniziato:

Chiarezza significa spiegare in modo trasparente e convincente le diverse anomalie del caso D’Angelo una volta per tutte. Il punto non è quello di sapere oggi se le ripetute telefonate inascoltate di Gabriele prima della valanga avrebbero potuto o meno cambiare il corso degli eventi, sarà il processo a darci un risposta. Oggi però vogliamo risposte ad alcune domande.

Perché le indagini sul caso D’angelo che inizia subito a prendere forma dopo appena sette giorni dalla tragedia, svelano tutti i fatti che sappiano solo nel novembre 2018, quasi due anni dopo la valanga? Perché le indagini poi culminate in un’inchiesta bis su un presunto depistaggio, iniziano solo all’indomani di un servizio giornalistico? Tutti gli indizi chiave potevano essere sviluppati e approfonditi da subito rivelando ciò che è stato invece scoperto 21 mesi dopo come l’annotazione dell’agente Crosta e il lavoro dei carabinieri del Ris sul telefono di D’Angelo?

I parenti spiegano che arrivare alla verità è fondamentale per allontanare qualsiasi sospetto che i nemici della verità abbiano potuto avere complicità volontarie o involontarie fra gli inquirenti. Ricordiamo che un fascicolo è stato aperto a carico di tre carabinieri forestali da parte della Procura per la questione delle telefonate fatte dal cameriere D'Angelo alla prefettura, poi deceduto nel crollo dell'hotel.

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