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Il comitato "Strada parco bene comune" sulla decisione del Consiglio di Stato: "Il potere politico ha fatto quadrato a difesa fallace di un’opera 'farlocca'"

«Il comitato è, e sarà, protagonista delle scelte urbanistiche della città di Pescara sulla destinazione d’uso da riservare al corridoio verde ciclo pedonale», si legge in una nota

«Il potere politico ha fatto quadrato a difesa fallace di un’opera “farlocca”, che non vedremo mai circolare sulla strada parco di Pescara».
Questo il commento del comitato "Strada parco bene comune" alla decisione del Consiglio di Stato che ha accolto gli appelli di Tua e Colas Rail sulla misura cautelare disposta dal Tar di Pescara con ordinanza riformata Rg 202100228.

«Il comitato è, e sarà, protagonista delle scelte urbanistiche della città di Pescara sulla destinazione d’uso da riservare al corridoio verde ciclo pedonale, di cui all’articolo 64 del Prg (piano regolatore generale) vigente», si legge in una nota firmata dal portavoce Ivano Angiolelli.

Nel frattempo, lo studio legale Di Tonno si riserva di definire la strategia difensiva da portare avanti nel ricorso amministrativo pendente davanti al Tar di Pescara in ordine alla decisione di merito attesa il 14 ottobre 2022. 

Poi la nota del comitato "Strada parco bene comune" prosegue: «Il Consiglio di Stato, sul secondo motivo dell’appello cautelare, giudica meritevole di apprezzamento l’impegno assunto da Colas Rail a “non abbattere alcuno dei 270 alberi ad alto fusto a dimora sulla strada parco, ove saranno piantate 114 nuove piante della tipologia da concordare con le Amministrazioni interessate”. Pertanto, via Castellamare Adriatico diventerà, finalmente, una vera strada parco, grazie agli impegni assunti dall’appaltatore milanese davanti al Consiglio di Stato. E il comitato accoglie con favore questa nuova determinante condizione».

Sulla valutazione errata del “periculum in mora di primo grado”, di cui al terzo motivo dell’appello cautelare, il Comitato ribadisce i noti fondati motivi di preoccupazione da lunghi anni espressi, in presenza di un vettore a “guida manuale” troppo grande per circolare in condizioni di sicurezza su una carreggiata larga appena sette metri.
Nel merito, scrive Angiolelli, «il Consiglio di Stato è stato indotto in un grave errore di valutazione sulla base di una dichiarazione sibillina resa nell’occasione dagli enti responsabili del procedimento. Il filobus Van Hool a guida manuale, a loro dire, sarebbe altrettanto sicuro del cessato Phileas, giacché dotato di “guida ottica vincolata”: vale a dire una vernice speciale stesa a terra che, letta dal computer di bordo, simulerebbe la rotaia immateriale utile sia nella traiettoria sicura sulla corsia troppo stretta, sia nel favorire l’accostamento a raso alle banchine di fermata. Nel frattempo tutte e 37 da abbassare all’altezza standard di 15 cm onde favorire - secondo la Regione  Abruzzo - il transito di autobus di linea a metano, paradossalmente in esercizio sotto un impianto di elettrificazione inutilizzato. In realtà, il vettore Van Hool Exqui.City18T lievemente prescelto vanta la sola predisposizione agli automatismi della specie, di cui il vettore è sprovvisto, per cui nessuna vernice speciale sarà stesa sul percorso riservato al filobus. È assai singolare che il Consiglio di Stato sia potuto cadere nello stratagemma posto in essere ad arte dagli enti appellanti, che ha registrato un ben più attento e consapevole livello di attenzione da parte del collegio giudicante del Tar di Pescara».

Infine il comitato ritiene che «resta il fatto che i lavori non potranno riprendere, in ogni caso, per almeno tre ordini di motivi: il direttore dei lavori ha redatto un computo metrico estimativo che prevede la spesa di 14,677 milioni di euro per rendere il tracciato riservato pienamente conforme al Tpl, dopo aver dichiarato alla sezione nazionale di controllo della Corte dei Conti che le opere fossero complete al 98 per cento a marzo 2017; in relazione a ciò, con apposita determina dirigenziale del 29 settembre scorso, la Regione Abruzzo ha stabilito che occorrerà approvare una quarta e ultima perizia di variante; a fronte di un titolo ambientale scaduto il 5 novembre 2019, il Tar di Pescara ha deliberato come le opere della specie - che avrebbero un rilevante impatto ambientale e sociale sullo stato dei luoghi e sulle consolidate abitudini di vita della popolazione, siano suscettibili di una rinnovata Va (valutazione ambientale). E, sul punto, nulla ha eccepito l’odierna ordinanza del Consiglio di Stato.
La battaglia legale continua. Per questi motivi, non si comprende il contenuto della nota redatta dal Comune di Pescara che prevede, entro il mese di gennaio prossimo, l’instradamento in via Castellamare Adriatico dei cinque bus elettrici Rampini E80 di recente acquisizione, in assenza delle prescritte condizioni di sicurezza, a fronte di banchine di fermate alte ben 30 centimetri, dotate di pensiline inservibili, tutte in pessimo stato d’uso. Senza considerare, poi, il fondo stradale malmesso, l’impianto semaforico ammalorato, i marciapiedi sconnessi sul lato mare, persino inaccessibili alle categorie svantaggiate, giacché gravati di barriere architettoniche mai rimosse a distanza di otto anni dall’apposita prescrizione del comitato di coordinamento regionale Via».

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