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Il comitato Per una Nuova Rancitelli risponde a don Max: "Condividiamo il suo allarme"

Ieri il parroco della parrocchia dei Santi Angeli Custodi aveva scritto una lettera aperta per denunciare l'immobilismo delle istituzioni: "Facendo eco alle sue parole, dobbiamo purtroppo anche noi constatare che nell’ultimo anno poco o nulla è cambiato"

Il comitato Per una Nuova Rancitelli si accoda alle parole di don Max, condividendo il suo allarme. Ieri, infatti, il parroco della parrocchia dei Santi Angeli Custodi aveva scritto una lettera aperta per denunciare l'immobilismo delle istituzioni: "Facendo eco alle sue parole, dobbiamo purtroppo anche noi constatare che nell’ultimo anno poco o nulla è cambiato", scrive il comitato in una nota. E aggiunge:

"In questi mesi abbiamo assistito a un’azione repressiva più incisiva da parte delle forze dell’ordine, grazie anche al rinnovato impulso dato da prefettura e questura. Tra l’altro in questo contesto risalta l’assegnazione di un vigile di quartiere che al momento non ci risulta operativo sul territorio. Resta però lontano l’impegno forte della politica, che è imprescindibile per arrivare a risultati concreti al di là dell’azione repressiva dei fenomeni criminali".

Il comitato evidenzia che "continua a mancare quel rapporto di collaborazione e condivisione con l’amministrazione comunale, che avevamo chiesto e ci era stato garantito. Avevamo proposto una commissione di verifica degli interventi sul quartiere, ma è rimasta lettera morta. È stata approvata una mozione proposta dal Movimento 5 Stelle per un ufficio per le periferie, ma non sappiamo nulla di ulteriori sviluppi in questo senso".

Relativamente agli alloggi popolari, "basti pensare che non sappiamo quante decadenze di alloggi popolari sono state fatte finora, né riceviamo mai risposta questa domanda. Apprendiamo queste informazioni dall’albo pretorio, e ci risulta che ne siano state fatte meno di 10 durante la consiliatura in corso, e in ogni caso nessuna di queste è stata eseguita. Sulle case popolari è inutile continuare a cambiare le leggi se poi non vengono applicate".

Infine il comitato condivide la posizione di Don Max "sul più ampio progetto di ristrutturazione dell’area del Ferro di Cavallo, e cioè la necessità, in caso di demolizione, di non ricostruire qui alloggi popolari, ma di distribuirli sul territorio comunale per favorire integrazione ed evitare ghettizzazione". 

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