Cinque nuove termoculle e sei isole neonatali per l'assistenza dei prematuri: 850 quelli che ogni anno accoglie l'ospedale
Nuove strumentazioni per il reparto di Neoantologia che è un punto di riferimento regionale per i piccoli che hanno necessità di essere ricoverati. Strumenti altamente tecnologici capaci anche di riprodurre le voci delle mamme
Un'ottima notizia per il reparto cui sono state consegnate alla presenza del direttore generale Antonio Caponetti. Strumentazioni importantissime che vanno di pari passo con l'assistenza dei piccoli strettamente legata alla professionalità degli operatori. I prematuri con grado variabile di immaturità di organi ed apparati così come i neonati normopeso, ma con sofferenza perinatale grave richiedono entrambi sostegno delle funzioni vitali e assistenza intensiva per molto tempo, anche per mesi. Piccoli che, una volta nati, vengono direttamente ricoverati nella Uoc e accolti nelle termoculle e le isole neonatali capaci di garantire un elevato standard di assistenza e facilitano l’accudimento dei piccoli pazienti.
Strumenti ormai all'avanguardia in grado di garantire adeguata temperatura ed umidità servocontrollate permettendo ugualmente un contatto tra genitori e neonati senza comprometterle così come di controllare gli stimoli come l’esposizione a luce eccessiva o rumori in grado di influire, a lungo andare, in modo negativo sullo sviluppo neurologico del bambino. Sono inoltre in grado di riprodurre suoni selezionati e registrati come il battito cardiaco o la voce della mamma in grado di fornire una stimolazione acustica positiva, importante per migliorare l’outcome neuroevolutivo del neonato.
A sottolineare l'importanza dell'impegno assunto dalla Asl per implementare la presenza delle culle e delle isole è il direttore della Uoc, la dottoressa Susanna Valerio. La nascita di un nato prematuro, il cui peso può essere anche inferiore ai 500 grammi infatti, richiede sempre assistenza massima che non può prescindere da strutture in grado di dedicare ai piccoli il meglio dell’accoglienza al di fuori dell’utero materno. Da oggi, sottolinea la Asl, si è ancora più vicini all’obiettivo.