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Dopo l'irruzione dei cinghiali a Bussi si torna a scuola, Federcaccia su quelli uccisi: "Intervento professionale"

Tra i banchi si torna domani, conferma il sindaco Lagatta con Federcaccia che si mette a disposizione delle amministrazioni comunali che dovessero avere problemi simili all'interno del centro abitato

Un ritorno a scuola in sicurezza e in spazi sanificati. Domani i bambini di Bussi sul Tirino che il 21 ottobre hanno visto irrompere una famiglia di quattro cinghiali nelle aule, torneranno tra i banchi.

Lo conferma il sindaco Salvatore Lagatta che sull'uccisione di diversi esemplari portata avanti dai cacciatori, sottolinea come il termine “abbattimento” sia sbagliato e che semplicemente lui ha applicato la legge regionale con cui si delega ai comuni il prendere iniziative per contenere i problema del proliferare degli ungulati. “Abbiamo fatto una riunione con i cacciatori e i carabinieri perché la legge prevede che coadiuvino le attività di allontanamento dal centro del paese. Dato che siamo in periodo di caccia sono stati poi, appunto, cacciati”. Una cosa su cui, già prima dei fatti, le associazioni animaliste avevano levato gli scudi con la Lega antivivisezione (Lav) che proprio “alla pressione venatoria” aveva attribuito la responsabilità di quanto accaduto la mattina del 21 ottobre.

La Federcaccia provinciale nel frattempo, tramite la sua pagina Facebook, fa sapere di aver dato una risposta immediata alle preoccupazioni del sindaco e di aver “risolto il problema in maniera professionale. Invitiamo tutte le amministrazioni comunali, se avessero problemi con i cinghiali nei centri abitati a prendere esempio dal sindaco di Bussi Lagatta", conclude parlando di superamento degli stereotipi con cui si apostrofano i cacciatori.

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