I problemi strutturali hanno determinato la chiusura del canile di via Raiale: il confronto in commissione
Un confronto serrato quello tra l'assessore comunale Di Nisio, la Lega del Cane e i componenti della commissione controllo e garanzia convocata da Pierto Giampietro (Pd). Su alcuni punti si è fatta chiarezza, ma le posizioni restano distanti
Se i problemi strutturali fossero stati risolti gli eventuali errori sul registro non sarebbero stati sufficienti a decidere la chiusura del canile di via Raiale. Lo ha detto chiaramente Nicola De Luca, direttore dell'Unità operativa complessa di Igiene allevamenti e produzioni animali della Asl nel corso della commissione straordinaria controllo e garanzia tenutasi per affrontare il tema, specificando che quelle problematiche sono talmente tanto radicate nel tempo che proprio lui già nel 1999 avanzò una proposta di ordinanza per la sua chiusura che ci sarà, come ormai noto, entro il 31 dicembre. Se dunque si volesse parlare di "non fatto" lo si dovrebbe riferire a ben 24 anni di mancati interventi sulla struttura pubblica.
Momenti in cui i toni si sono alzati nell'incontro voluto dal presidente della commissione Piero Giampietro (Pd) ci sono stati, ma era prevedibile. L'occasione è stata però anche quella di chiarire alcuni passaggi con l'assessore comunale alla Tutela degli animali Nicoletta Di Nisio che ha riferito del perché di quei sopralluoghi chiesti alla Asl. Tutto sarebbe nato a seguito di un errore, si capirà poi, sul numero dei cani che si trovavano all'interno del canile a seguito di un controllo dei carabinieri dei Nas (Nucleo antisofisticazione e sanità). Un numero che sembrava essere superiore a quello che si sarebbe dovuto riscontrare con difficoltà trovate nel leggere il registro del canile fermo al 2022, è stato riferito dalla Asl. Difficile lettura che ci sarebbe stata anche perché alcune pagine sarebbero risultate strappate. Un faldone vero e proprio ha spiegato poi la presidente della Lega del Cane Paola Canonico, perché lo stesso dal 2013. Registro oggi rinnovato con poi l'arrivata certezza che i cani sono i 38 indicati anche dall'assessore comunale quando ha riferito dell'ordinanza di chiusura. Insomma, ha precisato la presidente della Lega, nessun cane sarebbe mai stato nascosto.
Ci si è molto soffermati sulle procedure di accoglienza dei cani che arrivano in via Raiale e che passano prima per il canile sanitario. Si tratta spesso di cani che arrivano dai sequestri e quelli che non lo sono arrivano dal nuovo e discutibile fenomeno: la rinuncia di proprietà. Certo è che di quei 38 cani ben 23 sono Pitbull e che la gran parte dei cani che ci sono problematici e di non facile gestione per chi non ha esperienza, come nel caso degli educatori presenti in canile. Da questo punto di vista Se c'è una buona notizia per quanto riguarda la città, è stato rimarcato, è che il randagismo in città non c'è più, ma i nuovi fenomeni e cioè i sequestri e le rinunce, creano non pochi problemi.
Al tavolo dunque si è cercato di fare chiarezza sulle responsabilità e le polemiche finite sui giornali in questi giorni con la Lega del Cane che, da parte sua e per mezzo del suo avvocato, non ha nascosto l'intenzione di approfondire la questione “gestione privatistica” di cui è stata accusata. Per chi punta il dito verso l'amministrazione se il canile chiuderà è perché i problemi strutturali non sono stati risolti, mentre la Di Nisio ha rimarcato nuovamente come l'operato di chi governa Palazzo di Città sarebbe stato indirizzato ad una scelta ben precisa: realizzare con i fondi a disposizione e anche su questo il dibattito si è acceso visto che teoricamente il finanziamento ministeriale è scaduto, ma la proroga è stata chiesta, un nuovo canile. Nello specifico il canile rifugio ora finito davanti al Tar (Tribunale regionale amministrativo) che si vuole costruire sul terreno che l'imprenditore Daniel Khilgren ha donato e che si trova nel territorio di Spoltore. Un progetto che per lei, lo ha ribadito più volte, è tutt'altro che naufragato e che resta quello prioritario per chi governa Palazzo di Città. Per tutti gli altri invece una chimera per cui, su questo punto, l'appuntamento se lo sono dati a un eventuale taglio del nastro se e quando mai ci sarà.
Si è discusso di tutto durante la seduta e se la certezza è che le condizioni attuali del canile non sarebbero ormai tali da farlo restare aperto, è stato il consigliere comunale del M5s e componente della commissione Paolo Sola a chiedere se, nel caso in cui si procedesse a risanare le carenze strutturali, sarebbe pensabile tenere aperto il canile di via Raiale nell'attesa di averne uno nuovo. A rispondere è stato De Luca: tutto dipenderebbe dai tempi, ma perché ciò avvenga l'ordinanza dovrebbe essere impugnata e una volta fatti quei lavori si dovrebbe procedere con un bando per un nuovo affidamento. Al termine della seduta il capogruppo Giampietro a chiedere un impegno perché si arrivi ad avere una valutazione di quanto si dovrebbe investire per mettere a norma il canile, ma se poi si deciderà di seguire quella strada lo dovrà decidere l'amministrazione e su questo la Di Nisio è stata chiara: si punta al nuovo canile e a quel progetto condiviso anche dalla Lega del Cane che intendono realizzare a Spoltore.
Per quanto riguarda i 38 cani la destinazione al momento resta quella di Civitella Casanova, sebbene anche su questo si potrebbero aprire strade diverse, almeno per alcuni amici a quattro zampe sebbene portarli in più strutture risulterebbe complicato, è stato spiegato dai dirigenti, viste le troppe convenzioni da stipulare. Comunque sia, vista la presenza di alcuni cani particolarmente problematici, il suggerimento arrivato dalla Asl è quello di fare un accompagnamento di almeno 30 giorni a chi dovrà prendersene cura una volta che il canile chiuderà.
Come andrà a finire è tutto da vedere certo è che Pescara il 31 dicembre, salvo repentini cambi di scenario, un canile non lo avrà.